Condivisione dell’MCVE agli amici del Gruppone Missionario

Ciao cari amici ed amiche del Gruppone Missionario, pace e bene.

Seguiamo con perplessità la situazione dell’Italia di fronte alla pandemia causata dal nuovo Coronavirus, preghiamo sempre per voi e per i vostri fratelli e sorelle. Oggi siamo stati felici di sapere che voi state bene e che, presto, l’Italia ritornerà alla vita quotidiana e ciascuno/a continuerà a realizzare i propri sogni ed obbiettivi.

Qui in Brasile stiamo vivendo tempi bui, che vanno dalle crisi politiche al collasso del sistema di salute causato dal COVID-19. I governatori degli Stati hanno preso la decisione di chiudere le attività economiche e lasciare in funzione esclusivamente quelle essenziali; tuttavia in una dichiarazione nazionale, il Presidente del Brasile ha affermato che il Coronavirus è solamente una semplice “influenzuccia” e di continuare con la vita normale, dato che quelli che muoiono sono solo i “vecchi”. Secondo lui, “il povero deve lavorare, sennò morirà di fame”. Questa dichiarazione fa si che la popolazione non obbedisca alle misure di sicurezza ma, porti avanti le loro vite come se “nulla sia successo”. È molto triste essere costretti a sentire tali parole, da una persona che dovrebbe prendersi cura della vita di tutti: questo è ciò che ci si aspetterebbe da un Presidente.

La nostra situazione è la disoccupazione frenetica, la fame che emerge improvvisamente nella vita delle famiglie e la morte che si presenta in tempi brevi. Manaus, una delle capitali maggiormente interessate dalla pandemia del Coronavirus, vive giorni caotici, con ospedali gremiti, ambulanze che girano con pazienti per gli ospedali, in cerca di posti letto liberi, e malati che muoiono in casa, senza alcuna assistenza medica. La quantità di sepolture giornaliere a Manaus è salita da una media di 30 a più di 300, dall’inizio della crisi. La crescita improvvisa delle sepolture ha portato il servizio funebre a cambiare il protocollo di assistenza e le bare sono passate ad essere interrate in una fossa comune nel cimitero municipale. Ancora, tramite la rete nazionale, il giorno 26 aprile, il Presidente ha detto che in questo momento veniamo “ingannati” e che la vita deve continuare, i bambini devono tornare a scuola. E muoiano quelli che devono morire! È la follia al potere, qualcosa di bizzarro, che deve essere affrontato e fronteggiato come ulteriore problema in Brasile. Realtà contro cui combattiamo (e molto) perché non si verifichi. L’MCVE, di fronte a queste situazioni, ha preso la decisione di mantenere alcuni educatori in quarantena, dato che fanno parte della fascia di popolazione a rischio, e lavorare con la maggior parte degli altri in azioni assistenziali rivolte alle persone senza fissa dimora, mettendo a loro disposizione doccia, igienizzazione, alimenti e sensibilizzazione rispetto questo momento e come tutelarsi; e ancora, con aiuti provenienti da donazioni di cibo e ceste basiche, a famiglie impoverite e senza reddito. Queste azioni sono indispensabili, dato che sono diventate le sole presenti nel nostro territorio e, nonostante ci troviamo in condizione di rischio, sappiamo che esistono persone che sono senza casa, senza cibo, senza amici, senza appoggio ed anche senza speranza. Non è affatto facile a causa del fatto che siamo immersi in queste situazioni, ma anche a causa dell’instabilità e dell’incertezza del reddito; ma stiamo facendo quello che crediamo essere giusto, in linea con la mistica della Campagna della Fraternità “Vide, provò compassione e si prese cura di lui” (Lc 10, 33-34).

Auguriamo fraternamente a ciascuno e ciascuna di voi salute, speranza, motivazione e amore, che ci aiuti in questa missione così bella!

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