Lettera Emanuele e Anna - Dicembre

Salinas 22 dicembre 2023
Un abbraccio a tutti,siamo arrivati oramai alle ultime battute di questo 2023, anno intenso di avvenimenti, la maggiorparte non propriamente positivi, almeno qui in Ecuador, ma se guardiamo al mondo tutto non ci sembra che le cose siano andate meglio. Per noi due personalmente è stato un anno faticosissimo ricco di lutti, troppi, di parenti e di amici dove la lontananza ha amplificato la difficoltà di accettare queste dipartite, intensificando i sentimenti e le emozioni.Oltre agli avvenimenti personali, gli eventi negativi in genere sono stati parecchi, ma se ci fermiamo un attimo a riavvolgere la pellicola dell’anno e ripassiamo tutto con calma, sono molte anche le cose belle accadute e possiamo dire con certezza che quest’ultime sono state piú numerose, anche se umanamente siamo portati a sottovalutarle e a concentrare l’attenzione su quelle negative.Come in tutto il mondo anche qui fine anno è momento di bilanci, vengono pubblicati dati, statistiche dell’anno che sta per terminare. Cosí leggiamo i dati della povertà -che ritorna a percentuali significative, cosa  che pensavamo fosse ormai solo un vecchio e brutto ricordo-, i dati della sanità, i dati della violenza dilagante in tutto il paese, il numero di assassinati -quasi doppio rispetto allo scorso anno e già lo scorso anno era un dato da paura-, e molti altri dati ancora… tanto che se ci fermassimo solo ad essi sarebbe da scappare domattina. Se poi guardiamo al mondo… guerre in ogni angolo, dove tutti affermano le loro ragioni e non sentono le ragioni degli altri e vedono come unica soluzione annientare l’altro. Un’attenzione all’ambiente che è sufficiente guardare al documento finale di “COP28” per capire a quanti sta a cuore! Se guardiamo all’Italia, sentiamo un po’ di vergogna… questa deriva all’indifferenza un po’ generalizzata è penosa, la classe politica attualmente al governo -“legittimamente eletta dal popolo” quindi espressione del pensiero attuale del popolo- che da sfoggio a un sentimento di disprezzo, sempre più becero e arrogante, dei fondamenti democratici di una nazione… fondamenti democratici nati dal sacrificio di molte persone che sono morte combattendo la medesima arroganza, prepotenza e disprezzo della democrazia che si sta respirando ora.Ma lasciando perdere tutto questo, che fa comunque parte del nostro vivere -ma è solo una parte, sta a noi non farla diventare la parte preponderante- cerchiamo di fare una carrellata di cose belle che abbiamo vissuto in quest’anno.Abbiamo terminato il 2022 con la visita di molti cari amici che hanno vissuto e condiviso con noi un tratto del nostro cammino qui a Salinas: Corrado ed Elena rimasti con noi fino a fine settembre; a fine novembre sono arrivati Damiano, Sara e Urbano&Isabella  e si sono fermati sino a fine anno, ripartendo proprio il 31 dicembre. Abbiamo avuto così la possibilità di condividere un bel Natale in compagnia di amici italiani, delle ragazzine e delle suore di Amaguaña, in un contesto accogliente e familiare, addolcendo la sensazione di distanza dalla propria famiglia, che durante le feste si intensifica… anche se la nostra è una scelta ben meditata e siamo coscienti di queste difficoltà, ma ciò non significa esserne totalmente immuni.I quattro amici rientrano in Italia e noi apriamo il 2023 ritornando a Salinas con Doriano, arrivato in Ecuador a metà dicembre e con volo di rientro previsto per fine gennaio.La presenza di Doriano nel mese di gennaio è stata una splendida apertura di anno: ha saputo essere presente portando oltre se stesso, anche le sue conoscenze, le sue capacità, la sua professionalità. In casa nostra abbiamo smantellato il vecchio caminetto “affumicatore” (scaldava poco, o meglio niente, ma in compenso ci affumicava ben bene, quando uscivamo avevamo sempre un retro profumo di speck, di salmone affumicato, o di una bella provola, infatti i cani ci osservavano sempre con un po’ di bava alla bocca!) e abbiamo predisposto le mattonelle per piazzare la nuova cucina economica in arrivo. Poi, nella casa di Jesus & Erika, ha costruito una stufa in pietra, cercando di applicare le nuove tecnologie, le nuove conoscenze, sul ricircolo dei fumi, per avere un rendimento più alto e maggior calore. Come spesso succede qui, quando c’è qualcosa di nuovo tutti osservano da lontano, commentano e aspettano, con la speranza che qualcosa non vada per il verso giusto avendo così l’opportunità di deridere… se poi è un “gringuito” tanto meglio. Il buon Doriano, fregandosene beatamente, ha messo a disposizione le sue conoscenze per chi aveva voglia di apprendere qualcosa di nuovo, ma non si sono avvicinati in molti. Invece, dopo il suo rientro in Italia,  una processione di curiosi ha visitato la casa di Erika & Jesus e a qualcuno è scappato di dire che gli piacerebbe imparare. Tornando ai lavori di Doriano…. ha sistemato il pavimento in ceramica in canonica dal padre, abbiamo inoltre visitato la comunità di La Libertad, per visionare i lavori da fare per riattivare la Quesera, alcuni lavori li ha fatti, altri analizzati per comprendere la forma migliore per risolverli con i costi più bassi. Ma oltre a tutto questo Doriano é riuscito a creare legami con parecchia gente: con i ragazzi che avevamo in casa all’Hogar, con i volontari e volontarie che vivono in casa con il padre, con il gruppo della pastorale, con le persone che lavorano all’Acopio… tanto per citare alcuni esempi… e se avesse avuto più tempo?… cosa sarebbe riuscito a fare??? È stato un bel inizio anno, una presenza bella e speciale. Da febbraio estrapoliamo due avvenimenti per noi importanti. L’elezione a presidente del “GAD Parroquial de Salinas” di Daniel Poaquiza, un amico della comunità di Natawa, che nel 2016 ha fatto l’esperienza del mese in Italia con il Gruppone; un esempio di crescita della comunità, non solo economica, ma anche e soprattuto di impegno per il futuro di questa Parroquia. A noi il risultato di questa elezione ha fatto molto piacere perché é un segno di speranza, anche se il povero Daniel in questo momento non ha vita facile ad amministrare la Parroquia di Salinas. Sempre in febbraio c’è stata la visita dei responsabili della Fondazione Tovini. In questi anni di missione  avevamo avuto a che fare con i volontari che ogni anno vengono inviati come cooperanti, forma di volontariato per noi discutibile, è stata quindi una bellissima opportunità per confrontarci, tra forme differenti di vivere e pensare il volontariato. I dubbi ci sono rimasti, anzi forse se né aggiunto qualcuno in più, ma è stato bello ed importante confrontarci. Ci sono forme differenti per approcciare a problematiche simili, dove ognuno elegge quella che più sente sua… possiamo non condividerne alcune, ma questo è il bello della diversità.Marzo, altro mese pieno di impegni da cui estrapoliamo altri due avvenimenti. L’elezione del nuovo “Teniente Politico”, una specie di capo della polizia locale, ma più propriamente il responsabile della sicurezza e della giustizia (Giustizia Indigena) all’interno della Parroquia. Per la cronaca, Salinas é una delle tre Parroquias in tutto l’Ecuador dove la popolazione elegge il Teniente Politico, mentre in tutte le altre viene nominato dal prefetto. E quest’anno è stato eletto Freddy Favicela, della comunitá di Pambabuela, quindi anche in questo caso una persona che arriva dalle comunità. C’è sempre la speranza che i cambiamenti siano portatori di novità positive. Nel mese di marzo c’è anche il termine del primo corso di italiano che Anna ha tenuto per tutti quelli che avevano voglia d’apprendere un idioma differente.Aprile è stato il mese della Pasqua. Tradizionalmente a Pasqua arrivano a Salinas e nelle comunità quelle che vengono chiamate “Missioni”. Sono gruppi di giovani dei collegi Salesiani che dedicano una parte delle loro vacanze Pasquali per attività di volontariato in una Parrocchia e nelle sue comunità. Sono accompagnati da alcuni professori, che in molti casi sono dei diaconi permanenti, quindi possono aiutare anche nelle celebrazioni della settimana santa. Quest’anno erano oltre un centinaio i ragazzi e le ragazze che si sono distribuiti in Salinas e nelle varie comunità. Abbiamo avuto l’occasione di seguirli in alcuni momenti durante la loro permanenza ed è sempre stato un bellissimo incontro: hanno fatto animazione-oratorio con i bambini e i giovani, incontri con le famiglie, con i genitori dei ragazzi, incontri con gli anziani e in moltissimi casi hanno celebrato i riti della settimana santa, permettendo cosí anche a chi abita lontano da Salinas di vivere l’atmosfera pasquale. maggio, dopo mesi di instancabile attività, mediazione, trattative, è stata riaperta la Quesera della comunitá di La Libertad. Forse un evento circoscritto, di scarso valore, ma non certamente per la comunità e per Emanuele. Dopo tre anni si riapriva nuovamente la Quesera! Come in molte altre comunità la Quesera è il centro, il simbolo dell’imprenditoria, rappresenta la capacità della comunità di guardare al futuro con una certa fiducia, con una certa speranza. C’erano ancora mille problemi da risolvere, mille malumori che serpeggiavano sotto e impedivano il salto definitivo, problemi che ancora ora persistono e fanno sí che si viaggi con il freno a mano tirato. Ma si continua, si insiste a lottare e l’apertura dell’attivitá è stata, e continua ad essere, il segnale che ce la si può fare nonstante le difficoltá.Giugno, altri due avvenimenti che abbiamo estrapolato tra i tanti, per noi significativi e importanti, sono stati  la visita di don Gianfranco e Lucia e l’apertura della Galleria Artesanal. Il primo era qualcosa che aspettavamo e desideravamo da tempo. Cosí quando sono arrivati abbiamo passato alcuni giorni a Quito assieme a Daniela Andrisano, a don Giuliano, a Padre Graziano e a Beppi Tonello, tutte persone arrivate dalla diocesi di Treviso per andare oltre i confini della diocesi stessa. Per noi due, che siamo “piccolissimi” rispetto a queste personaggi “monumenti di condivisione della propria vita con gli ultimi”, è stato un bel momento di confronto e apprendimento. Poi con Don Gianfranco e Lucia abbiamo trascorso una settimana a Salinas, esplorando i luoghi dove da alcuni anni viviamo, facendo conoscere soprattutto le persone con cui condividiamo questa avventura: i padri della Missione Salesiana -Padre Antonio, Padre Pio, Padre Alberto-; il vescovo di Guaranda; i lavoratori della Fondazione Familia Salesiana Salinas, dove principalmente operiamo; le comunità, almeno quelle più vicine e le persone leader, nostri compagni di viaggio e di avventura. E poi tanti confronti, tante chiacchere, tanti sogni condivisi, su come costruire relazione, rapporti tra due realtà a più di 14.000 kilometri di distanza, tra la diocesi di Treviso e la diocesi di Guaranda, tra il Centro Missionario e la Missione Salesiana, tra giovani, adulti, consacrati, laici della realtà trevigiana e delle realtà di Salinas, della Missione Salesiana, della Diocesi di Guaranda… Con quali forme, con che tempi?… tutto da inventare. Peró c’è la disponibilità da entrambi le parti a giocare il tutto per tutto, perché questa relazione diventi un ponte, non tra due sponde del mondo, non tra nord e sud dell’emisfero, ma tra due mondi che assieme possono crescere e assieme possono sognare e costruire un mondo migliore.La Galleria Artesanal, dopo un lungo percorso fatto di piccoli passi, a volte uno avanti e due indietro, o a volte più rapidi… dopo questa “via crucis”, finalmente si apre la Galleria, che più che un luogo fisico e un luogo di speranza, speranza di riscatto, di autonomia delle donne delle comunità; Rappresenta un altro tassello di questo cammino, un buon punto di arrivo e nello stesso tempo di ripartenza.Luglioagosto e settembre (questa volta prendiamo un pacchetto di tre mesi), in cui abbiamo avuto con noi i vari gruppi di volontari italiani per il mese di esperienza in missione. Prima le due Chiara inviate dal Centro Missionario, poi i ragazzi del Gruppone, Giorgia e Donatella che si sono fermate ad Amaguaña, Federica, Guido e Riccardo che hanno fatto l’esperienza a Natawa. Sono stati tre mesi intensi, impegnativi, e non ci vergogniamo a dirlo, in alcuni frangenti anche molto pesanti. Quest’anno abbiamo voluto aggiungere una parentesi in più a questa esperienza: assieme a don Giuliano e a Beppi Tonello, aiutati anche da altre figure molto preparate, abbiamo cercato di offrire un “antipasto” di quello che è la realtà ecuadoriana a tutto tondo, storico, politica, sociale e religiosa. Tra l’altro il periodo storico in cui sono capitati era del tutto particolare perché periodo preelettorale, con tutte le vicende che vi abbiamo raccontato le scorse volte. Avvicinarci ad una realtà completamente al difuori del nostro ordinario, con storia e cultura totalmente differente, con ritmi, tempi e stili di vita inusuali per i nostri canoni, non è cosa semplice, dare dei piccoli flash, dei piccoli spunti per comprendere dove erano arrivati e quale era l’ambiente che li circondava ci sembrava un buon viatico per cominciare questa esperienza. Con il senno di poi ci sembra una buona idea, da migliorare, ma da riproporre anche negli anni futuri. Quando dei giovani si approcciano ad un’esperienza di questo tipo -ma questo è valido per tutti, non solo per i giovani- mediamente hanno una infinità di punti di domanda dentro di loro a cui vorrebbero dare delle risposte, una marea di tumulti interiori che pensano di quietare con questa full immersion in un altro mondo, mondo fuori dei loro paradigmi e nello stesso tempo hanno il sentimento di invincibilità che caratterizza i giovani, gli stessi sentimenti vissuti da noi decine di anni fa. Si portano dentro i dubbi normali della gioventù, cosa faró da grande, che impronta darò alla mia vita, mi interessa qualcosa di questo mondo o non me ne frega niente, quanto sono connesso, quanto mi sento compromesso con questo mondo, che se starnuto in Italia produco un uragano in Amazonia, e nello stesso momento le certezze granitiche che niente e nessuno può mettere in dubbio. Questa miscela è come mettere una tanica di benzina affianco ad un caminetto acceso, o riesci pian piano ad allontanare i due inneschi oppure il finale è un botto con i fiocchi. Certamente è fuor di dubbio che è molto meglio avere animi inquieti, che giovani apatici e morti dentro; avere ragazzi che sono torrenti agitati piuttosto che laghetti di acqua cheta. Un animo agitato è sicuramente un animo vivo, l’acqua di un torrente agitato puoi convogliarla ad un mulino e provare a macinare il grano, mentre in un laghetto cheto puoi farci un giretto in barca con il tuo bello o la tua bella augurandoti che il panorama sia mozzafiato per avere almeno  un piccolo sussulto, dove peró tu puoi essere solo soggetto passivo. Quest’anno il mix era ben variegato, alcuni giorni non sono stati propriamente tranquilli e rilassanti, ma in tutta sincerità, molto meglio così piuttosto che giovani che non lasciano nessun segno al loro passaggio. Sottoscriviamo per un gruppo simile anche per la prossima estate.A fine settembre i tre padri della Missione Salesiana sono andati in Italia per un periodo di “riposo” e hanno chiesto a  don Giuliano di sostituirli, almeno parzialmente. Cosí, da fine settembre e per tutto il mese di ottobre, don Giuliano ha peregrinato tra le tre Parroquias. È stato un periodo intenso ma bellissimo, per noi molto importante. Per forza di cose eravamo noi il suo riferimento, soprattutto quando era a Salinas, con Emanuele che lo accompagna nei viaggi tra le tre Parroquias e nelle varie comunità. Quando si fermava a Salinas casa nostra era chiaramente il suo riferimento. Abbiamo trascorso parecchio tempo a chiacchierare. Per Giuliano è stato il periodo piú lungo trascorso sulle Ande e attraverso la sua curiosità, la sua voglia di conoscere, di capire, ci ha permesso di ascoltare l’opinione di una persona con molta esperienza, che con occhi differenti guarda una realtà in cui noi viviamo quotidianamente. È stato molto arrichente.A novembre siamo andati a Quito per un fine settimana da Don Giuliano per incontrare un altro don “Fidei Donum” della diocesi di Treviso, che da oltre quarant’anni opera in Brasile. Don Erminio Canova da decenni lavora con i movimenti dei senza terra e ha avuto l’opportunità di conoscere personalmente e lavorare affianco a personaggi come il Vescovo Dom Hélder Pessoa Câmara, il Vescovo Pedro Casaldàliga, il teologo Padre José Comblin, il teologo Padre Marcelo Barros, l’ex sindacalista Luiz Inácio Lula da Silva (ora Presidente del Brasile)… questi solo alcuni che ricordiamo, ma ce ne sono molti altri… Tutte persone legate al lavoro con le comunità ecclesiali di base e al lavoro di riscatto sociale delle frange più emarginate del popolo. Due giorni bellissimi di scambi di esperienze, di cosa ognuno sta facendo nel suo ambiente, ragionando sulla possibilitá che qualcosa di una esperienza possa essere d’ispirazione per l’altra. Di storia, di quali sono stati i passi fatti, i princípi su cui si sono basati per arrivare alla loro realtà attuale. Di sogni, di prospettive future. Due mondi totalmente differenti che si osservano con reciproca curiosità e questa curiosità potrebbe sfociare il prossimo anno con una visita a Salinas da parte di Don Erminio. In novembre abbiamo inoltre cominciato un nuovo corso di lingua italiana, indirizzato a persone che si preparano per un eventuale opportunità in Italia, un progetto che sta muovendo i primi passi, ancora malfermi e tutti in divenire, un progetto che ci richiederà un grosso impegno, ma ci auguriamo possa dare buoni frutti. Quando le cose saranno più mature ve lo racconteremo nel dettaglio.Infine dicembre. Oltre al prossimo Padre Jaime Pastuña, che verrà ordinato sacerdote il 20 gennaio 2024, è arrivato a dar man forte anche Padre Jaime Arturo Cela Chimborazo. Sicuramente una grande boccata di ossigeno per i tre padrecitos, che ricordiamo sono tutti ottuagenari. Non è che ora si potranno fare piroette e salti mortali, ma sicuramente si potrà lavorare con maggior costanza e assiduità con e nelle comunità.Come si può vedere sono molte le cose di cui si può essere felici, saranno molte le cose negative, ma sono altrettante le positive che aiutano a guardare avanti con discreto ottimismo.E vi salutiamo con i nostri migliori auguri di Buon Natale e un Felice Anno Nuovo, festeggiando con le persone piú care, ma anche con chi ha meno opportunitá di relazioni e affetti, perché la presenza di ognuno di noi fa sempre la differenza!Con cariño y mucho amor,Un abbraccio a tuttiHasta pronto.
                                Emanuele y Anna
P.S.1 A tutte le persone che parteciperanno al “Campo Natale” auguriamo che sia un’opportunità di condivisione, di crescita, e di arricchimento.P.S.2 Ci associamo al dolore che in questi giorni ha colpito la Diocesi di Treviso e la missione di Roraima per la scomparsa inattesa di don Edy. Che il Natale che sta arrivando dia la forza a tutti di guardare al futuro con intatta speranza con intatto desiderio di condivisione.

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