Salinas 23 febbraio 2024
Carissimi amici, inviamo un affettuoso abbraccio a tutti voi,
un altro mesetto è trascorso, un altro mesetto se n’è andato… anche in questo mese più di qualcuno ci ha inviato messaggi ci ha fatto una chiamata per chiederci come sta evolvendo la situazione qui in Ecuador.
Come era ovvio, a parte i primi giorni dove il presidente Noboa ha dichiarato “Estado de Excepción” e ci sono state le prime teatrali reazioni che hanno fatto il giro del mondo compreso nei TG italiani, tutto è ritornato sotto traccia… tutto prosegue come sempre o peggio di prima, ma non fa più notizia, siamo tornati nel dimenticatoio del mondo… tutto abbastanza normale, tanto normale quanto deludente, deprimente.
Non che le notizie le novità siano mancate in questo mese, tutt’altro se ne sono ascoltate e viste di tutti i colori in questo ultimo periodo, permetteteci una battuta “sembra di essere in Italia” neanche li si scherza con provvedimenti per salvaguardare i socialmente più deboli …, anche li non mancano le persone che perdono ogni occasione buona per tenere la bocca chiusa evitando così di dire un’enorme puttanata…
Qui siamo nella medesima situazione, con la variante che qui partiamo da una condizione di base decisamente peggiore… vi sembrerà strano ma a questo mondo ci sono molte ma molte persone che stanno peggio che in Italia. È palese anche a noi da qui che le condizioni sociali in Italia stanno peggiorando molto molto rapidamente, come stanno peggiorando in molti altri paesi europei e non, che un tempo erano riferimenti, miraggi economici per molti. E tralasciamo il peggioramento della politica, un tempo la politica, il fare politica era un servizio alla comunità, senza andare a disturbare troppo i concetti di “Polis” della Grecia Antica, il compromesso alla partecipazione che avevano tutti i cittadini per la buona amministrazione del bene, del benessere pubblico.
Ora, a livello globale, tranne le dovute eccezioni, lo diciamo perché non ci si accusi di essere troppo catastrofisti, ma si fatica parecchio a trovare eccezioni, sembra che chi si avvicina alla politica attiva, che chi si compromette con la politica, sia la feccia, il peggio del peggio che ogni società riesce ad esprimere.
Scriviamo queste righe, e ci chiediamo se siamo affetti da pessimismo cosmico, se siamo incapaci di vedere lampi di luce in questo periodo buio… molto probabilmente si!… è vero che per sopravvivere bisogna guardare al bello e aggrapparsi al bene, nonostante tutto, nonostante tutti, al tanto bene che c’è nel mondo. Ma per creare futuro, futuro migliore e duraturo per tutti, secondo noi bisognerebbe prendere coscienza del male, del tanto male che c’è e attivarsi, senza soccombere, compromettendosi per trovare una soluzione. Il primo passo per trovare soluzione ai problemi che ci affettano è ammettere che abbiamo dei problemi, senza questo primo presupposto senza questo primo passo faremo solo tante chiacchiere e niente di più…
I problemi non si risolvono da soli, c’è bisogno dell’apporto di tutti, non è stando beatamente positivi come degli ebeti che le cose cambiano, certo la positività è un plus indispensabile per affrontare le difficoltà… per affrontarle, per batterci, non per stare ad aspettare che altri ce le risolvano, o aspettando che il buon Dio faccia il miracolo… siamo noi il motore dei miracoli di Dio… se noi stiamo seduti aspettando che qualcosa accada, non accadrà nulla è abbastanza ovvio, o accadrà quello che altri hanno deciso che accada, che questo ci piaccia o meno, sta a noi decidere di essere protagonisti della nostra vita o semplici comparse.
Il nuovo presidente, super attivo su tutti i fronti, come dicevamo la scorsa volta, sembra un bimbo affetto da iperattivismo, croce di tutte le insegnanti che se ne ritrovano uno o più di uno nelle loro classi. Il suo riferimento politico è il presidente di El Salvador “Nayib Bukele” rieletto il 4 febbraio scorso, alla faccia della costituzione salvadoregna che non prevede la rielezione di un presidente uscente, con ben l’82-85% dei voti (già il fatto che non vi sia un dato definitivo ufficiale un po’ di orticaria te la procura) come da prassi difronte a questi numeri si dice che ha vinto con percentuali bulgare… non erano altrettanto bulgare però le percentuali di chi è andato a votare, meno del 50%, èrgo, anche questo si erge a paladino della patria, parla, sparla, condanna a nome di un intero popolo, ma non lo rappresenta, non è espressione di tutti i salvadoregni. Questa perla di democratico si è auto dichiarato vincitore a meno di un terzo delle schede scrutinate, facendo un discorso da un balcone ad una folla straripante, gioiosa, festante e acclamante a ogni sua frase… (ogni riferimento storico è puramente casuale), discorso che provoca un gelido brivido alla schiena per chiunque abbia un minimo a cuore la democrazia… immaginiamo le contorsioni che farà il povero “San Oscar Arnulfo Romero” nella sua tomba ascoltando ‘sti discorsi, e vedendo ripiombare il suo El Salvador in un nuova notte tenebrosa.
In El Salvador dopo una prima legislazione di Bukele sono in carcere circa il 2% dei salvadoregni, facendo le dovute proporzioni è come se in Italia la popolazione carceraria, tralasciando gli stranieri, si aggirasse sul milione e duecentomila persone, attualmente se non erriamo si aggira tra 55-57 mila compresi gli stranieri… già con questi numeri il sistema carcerario è in crisi profonda figuriamoci con oltre un milione cosa succederebbe. Già il sistema giudiziario con i ritardi nei processi, con i ritardi nell’espletamento delle varie procedure, è al limite del rispetto dei diritti umani, figuriamoci con quelle cifre… beh, traete voi le vostre conclusioni, a noi con questi presupposti qualche sussulto ci viene…
Il nostro presidente, probabilmente in preda a deliri, visto che oramai è culo e camicia con gli USA (a voi decidere quale delle due parti è l’Ecuador) aveva dichiarato che gli armamenti Russi in possesso dell’esercito ecuadoriano erano chatarra (ferro vecchio), e li avrebbe inviati tramite gli USA in Ucraina per la guerra contro i russi, rimpiazzandoli con un centinaio di milioni di dollari di armamenti nuovi provenienti dagli USA.
Casualmente le autorità russe hanno riscontrato negli ultimi invii di banane ecuadoriane alcuni problemi sanitari, e hanno deciso di bloccare le importazioni, per stare tranquilli hanno preferito bloccare anche l’importazione di rose e di gamberetti, non si sa mai…
La Russia compra circa un milione di casse settimanali di banane, circa il 25% di tutta l’esportazione ecuadoriana di banane è destinata al mercato russo, di rose e gamberetti non abbiamo i dati ma sicuramente non siamo molto lontani come percentuali.
Il 19 febbraio dopo lunghi colloqui e trattative tra i diplomatici dei due paesi, dopo che l’Ecuador ha abbassato le orecchie le braghe e probabilmente anche qualcos’altro, e dichiarato che gli armamenti russi di cui sono in possesso non sono ferro vecchio, e non saranno inviati tramite USA in Ucraina si sono risolti i problemi sanitari causati dalle banane.
Probabilmente ora ne sorgeranno altri con gli USA e servirà una nuova calata di braghe per non finire dalla padella alla brace, diciamo che manca un po’ di esperienza nelle relazioni internazionali al nuovo presidente e al suo staff.
Nelle relazione interne è molto più ferrato, ha proposto l’aumento dell’IVA dal 12 al 15%, che l’assemblea gli ha bocciato, ma facendosi forte dell’ “Estado de Excepción” che gli conferisce poteri speciali ha tramutato il provvedimento con l’aumento dal 12 al 13% ma con l’opzione di un’aumento automatico al 15% in futuro se lo riterrà opportuno o le condizioni lo richiederanno, (… tra un po’ l’IVA aumenterà al 15% senza che nessuno se ne renda conto), più altri 4 provvedimenti sempre in ambito economico, tutti atti a recuperare i 1.000 milioni di dollari necessari per la guerra interna. A inizio anno ha condonato 1.200 milioni di dollari di contributi non versati da parte dei grandi evasori, se uno ci guadagna qualcuno ci perde… se i grandi gruppi industriali ci guadagnano milioni di dollari, qualcuno deve averceli rimessi… (anche qui riferimenti a cose o situazioni presenti in altri paesi è puramente casuale) la motivazione ufficiale era fornire un contributo, un incentivo agli imprenditori per dare vita a nuovi posti di lavoro.
I giorni prima della votazione da parte dell’assemblea erano state inoltrate alcune denunce, corredate di filmati e di interviste di persone che in cambio di 25$ di un panino e di una cola erano state invitate a firmare una petizione in cui si dichiaravano sostenitori del provvedimento di aumento dell’IVA per finanziare la guerra interna, in molti hanno firmato (anche in questo caso riferimenti a persone o avvenimenti avvenuti in altri paesi è puramente casuale).
Dopo questo maxi condono lo stato non aveva più in cassa la liquidità necessaria per pagare gli stipendi e le tredicesime degli impiegati statali, tranne ovviamente per militari e polizia, impegnati nella guerra interna, ulteriori tensioni che si aggiungono alla situazione già di per sé tesa.
Ha annunciato inoltre il taglio degli investimenti statali per altri 1.000 milioni di dollari, (scuola, salute, assistenza ai più deboli…) per investirli nella costruzione delle nuove carceri, stile El Salvador, stile Bukele per rinchiudere tutta la feccia del paese, da inizio anno risultano 90.000 i nuovi incarcerati.
Con tutti questi provvedimenti non rimane nulla nelle casse dello stato per far fronte alla gestione dello stato… manutenzioni ordinarie e straordinarie delle varie opere pubbliche, strade, ponti e tutte le varie opere che uno stato possiede o di cui ha bisogno… e in questo momento dove il fenomeno del niño si sta facendo sentire, soprattutto nelle regioni della costa e nel nostro sub tropico si vivono le conseguenze, la popolazione è letteralmente abbandonata a se stessa…
Altro provvedimento in dirittura d’arrivo è l’approvazione di una nuova forma di contratto di lavoro che prevede un “salario por hora” il presidente lo va a sciorinare come una innovazione che creerà posti di lavoro a dismisura, la sensazione generale è che sia l’ennesima fregatura, il contratto non prevede copertura assicurativa, non prevede ferie, non prevede nessuna garanzia di continuità, e non prevede molto altro… (con le dovute correzioni assomiglia ai nostri contratti a chiamata, ma con molte meno garanzie…) precarizzando una situazione già di per se assai precario. Sono circa 3 milioni i contratti di lavoro stabile in Ecuador, dato immutato da ormai più di dieci anni, i più catastrofisti prevedono che le aziende faranno di tutto per trasformare questi contratti in contratti per ora, per legge non potrebbero farlo, ma cosa importa loro tanto sanno che nessuno ha capacità finanziarie per affrontare un contenzioso con un datore di lavoro, e pur di non perdere il lavoro scendono a patti con il diavolo.
Ci sono altri 5 milioni di lavoratori così detti precari, la maggior parte costituita da quei venditori che affollano ogni angolo di strada ecuadoriana, il rimanente della potenziale forza lavoro sta nell’oblio.
I risultati di questi ultimi anni di politica degenere stà avendo i suoi effetti, con i maggiori effetti nelle province più povere del paese, in queste provincie il tasso di denutrizione tra i minori giunge sino al 53%, e di questa moltitudine di bambini se analizziamo la parte femminile in alcune provincie risulta che almeno 3 su 10 oltre a soffrire di denutrizione sono minorenni in gravidanza.
In tutto questo bel panorama, si aggiungono gli effetti del “niño” quest’anno rinominato “niño” per la sua potenza distruttiva.
Le comunità del sub tropico quest’anno sono devastate da alluvioni, frane, il primo febbraio lo straripamento di una cascata nella comunità di La Palma ha strappato alla vita due ragazze, due cugine di neanche vent’anni, ritrovate il giorno dopo qualche chilometro più a valle sommerse da fango e detriti, potete immaginare lo strazio e la pena, per le famiglie, per la comunità, e anche per noi, le ragazze appartenevano ad una delle famiglie a cui siamo più legati, non solo noi, il Gruppone tutto, una di loro era una catechista della comunità, la incontravamo ogni primo sabato del mese qui a Salinas dove veniva per la formazione. Casualità? Tutta colpa del Niño? O centra anche una mancata manutenzione ambientale per mancanza di investimenti???
In questi giorni nella Parroquia di Echandia il rio che lo attraversa, carico di tutta la pioggia che sta imperversando si è portato via ponti, case, e vite umane. Echandia é la parroquia più vicina alle nostre comunità del sub tropico, per molte comunità basse è più comodo andare ad Echandia che arrivare a Salinas.
Ora le nostre comunità sono isolate sia verso la parte alta, verso Salinas, per le innumerevoli frane che ci sono giornalmente, il terreno carico di acqua all’improvviso cede, portandosi via pezzi di montagna, strade, sperando sempre che nella frana non vengano coinvolte case, persone, rancheras… sia verso la parte bassa, verso Echandia. Essere isolati significa non aver possibilità di ricevere merci, e/o di vendere le proprie merci, tutti i caseifici si trovano con i prodotti pronti e con enormi difficoltà a farli arrivare ai negozi, bisogna caricarsi la merce in spalla e scavallare le frane, sempre con il pericolo di ulteriori frane, da settimane piove ininterrottamente, e la terra carica di acqua continua a scivolare a valle. Spesso queste frane si portano con se linee elettriche, antenne per copertura cellulare lasciando ancora più isolate e in balia di se stesse queste comunità. Gli scorsi anni c’erano sempre macchinari pronti a sgomberare le frane, ripristinare linee, quest’anno Alcaldie, Prefetture, Parroquie, nessuno ha fondi per par fronte alle calamitá, sono tutti dirottati per la guerra interna… il fenomeno del niño non è una novità, era ampiamente previsto, non si conosce l’entità del fenomeno ma si sa benissimo che sarà presente, solitamente venivano accantonati fondi di riserva per far fronte all’imprevisto ampiamente previsto, ma quest’anno gli obiettivi sono altri.
Questi solo alcuni flash di quello che sta succedendo, sarebbero molte altre le cose da raccontare, molti altri gli episodi da condividere per rendere l’idea di quello che attualmente sta succedendo in Ecuador, ma quanto possono interessare a chi ci legge??? Per noi che ci viviamo immersi in questa situazione queste cose hanno un peso specifico molto elevato, ma per chi vive a 14.000 chilometri ed è già immerso nelle problematiche altrettanto pesanti che si stanno vivendo in Italia hanno sicuramente un peso differente.
Molte cose sono successe anche qui a Salinas, ma istintivamente le viviamo in forma differente, non riusciamo a guardare al solo orticello di Salinas, se non inserito nella fattoria più grande che è l’Ecuador, e quella più grande ancora che è il mondo intero…
È una sensibilità che cozza parecchio nel quotidiano, in una quotidianità tutta concentrata sulla punta del proprio naso, su quel mezzo metro quadro dove appoggi i piedi, che è un po’ l’aria che respiri ultimamente a Salinas, tutta concentrata su se stessa, con sempre meno capacità di guardare oltre gli orizzonti, se non in funzione di se stessa, e per noi non è solo questione che le tue precarie condizioni ti fanno concentrare nella tua situazione, è anche questione che pian piano le cose stanno cambiando anche qui a Salinas.
Questo mese la Fondazione Famiglia Salesiana ha festeggiato il ventiduesimo anno di nascita, è stata l’occasione per ricordare persone, progetti, sogni, il tutto è finito con una bella serie di auto-pacche sulle spalle congratulandosi con se stessi. Gli interventi un po’ critici, quelli un po’ più stimolanti nel cercare nuove vie, dove partendo dai “principi” che hanno dato vita al fenomeno Salinas, ci si confronti con il mondo, Salinas non è il mondo, ne è solo una infinitesima parte, si possano trovare forme differenti per continuare il sogno iniziato una cinquantina di anni fa, questi interventi sono stati dimenticati e travisati nel giro di pochi minuti.
Se parliamo con amici e raccontiamo le fatiche le incoerenze che viviamo che respiriamo qui, ci dicono che anche in Italia è uguale, che anche a Canicattì si vivono le stesse cose…, e con questo? Non è che il mal comune faccia il mezzo gaudio… ora viviamo e operiamo in questo angolo di mondo, cerchiamo con tutti i nostri limiti ove possibile di tentare di dare qualche risposta a queste problematiche, non è che se il problema è comune anche in Italia il problema sia risolto, non è che se siamo tutti immersi in un mare di merda, ci facciamo tutti assieme e in allegria una bella nuotata e tutto passa, se riusciamo a trovare una forma meno obbrobriosa di farci una nuotata ben venga, poi la condividiamo con gli altri.Le difficoltà come vedete sono molte, il futuro è un cielo carico di nubi nere, nere, che minacciano poco di buono, i risultati che si ottengono sono sempre minimi, ma la cosa non ci spaventa, ci intristisce un po’ ma non ci spaventa…
Molti ci chiedono come stiamo in questa situazione, certo se fosse più rosea non ci lamenteremo, ma stiamo bene, siamo felici della scelta fatta, in questo momento sentiamo che il nostro posto è ancora qui, non vorremmo essere in altri posti.
Dopo alcuni anni che viviamo qui, ci risultano evidenti alcuni meccanismi che stridono parecchio, ti arrabbi molto di più, sei più intollerante, ma questo succederebbe anche in altre situazioni in altre realtà in cui potremmo trovarci a vivere, perché siamo così, perché siamo frutto della nostra storia del nostro vissuto.
Essere buoni, accettare anche le cose che non comprendi e/o condividi non è sempre semplice, e in cuore ci rimane sempre il quesito, è sempre corretto accettare tutto o a volte il tuo modo differente di vedere, la tua prospettiva differente di osservare gli avvenimenti, condiviso con gli altri potrebbe essere da stimolo per camminare tutti assieme verso un futuro con opportunità nuove???Un abbraccio a tutti
Hasta pronto.
Emanuele y Anna
un altro mesetto è trascorso, un altro mesetto se n’è andato… anche in questo mese più di qualcuno ci ha inviato messaggi ci ha fatto una chiamata per chiederci come sta evolvendo la situazione qui in Ecuador.
Come era ovvio, a parte i primi giorni dove il presidente Noboa ha dichiarato “Estado de Excepción” e ci sono state le prime teatrali reazioni che hanno fatto il giro del mondo compreso nei TG italiani, tutto è ritornato sotto traccia… tutto prosegue come sempre o peggio di prima, ma non fa più notizia, siamo tornati nel dimenticatoio del mondo… tutto abbastanza normale, tanto normale quanto deludente, deprimente.
Non che le notizie le novità siano mancate in questo mese, tutt’altro se ne sono ascoltate e viste di tutti i colori in questo ultimo periodo, permetteteci una battuta “sembra di essere in Italia” neanche li si scherza con provvedimenti per salvaguardare i socialmente più deboli …, anche li non mancano le persone che perdono ogni occasione buona per tenere la bocca chiusa evitando così di dire un’enorme puttanata…
Qui siamo nella medesima situazione, con la variante che qui partiamo da una condizione di base decisamente peggiore… vi sembrerà strano ma a questo mondo ci sono molte ma molte persone che stanno peggio che in Italia. È palese anche a noi da qui che le condizioni sociali in Italia stanno peggiorando molto molto rapidamente, come stanno peggiorando in molti altri paesi europei e non, che un tempo erano riferimenti, miraggi economici per molti. E tralasciamo il peggioramento della politica, un tempo la politica, il fare politica era un servizio alla comunità, senza andare a disturbare troppo i concetti di “Polis” della Grecia Antica, il compromesso alla partecipazione che avevano tutti i cittadini per la buona amministrazione del bene, del benessere pubblico.
Ora, a livello globale, tranne le dovute eccezioni, lo diciamo perché non ci si accusi di essere troppo catastrofisti, ma si fatica parecchio a trovare eccezioni, sembra che chi si avvicina alla politica attiva, che chi si compromette con la politica, sia la feccia, il peggio del peggio che ogni società riesce ad esprimere.
Scriviamo queste righe, e ci chiediamo se siamo affetti da pessimismo cosmico, se siamo incapaci di vedere lampi di luce in questo periodo buio… molto probabilmente si!… è vero che per sopravvivere bisogna guardare al bello e aggrapparsi al bene, nonostante tutto, nonostante tutti, al tanto bene che c’è nel mondo. Ma per creare futuro, futuro migliore e duraturo per tutti, secondo noi bisognerebbe prendere coscienza del male, del tanto male che c’è e attivarsi, senza soccombere, compromettendosi per trovare una soluzione. Il primo passo per trovare soluzione ai problemi che ci affettano è ammettere che abbiamo dei problemi, senza questo primo presupposto senza questo primo passo faremo solo tante chiacchiere e niente di più…
I problemi non si risolvono da soli, c’è bisogno dell’apporto di tutti, non è stando beatamente positivi come degli ebeti che le cose cambiano, certo la positività è un plus indispensabile per affrontare le difficoltà… per affrontarle, per batterci, non per stare ad aspettare che altri ce le risolvano, o aspettando che il buon Dio faccia il miracolo… siamo noi il motore dei miracoli di Dio… se noi stiamo seduti aspettando che qualcosa accada, non accadrà nulla è abbastanza ovvio, o accadrà quello che altri hanno deciso che accada, che questo ci piaccia o meno, sta a noi decidere di essere protagonisti della nostra vita o semplici comparse.
Il nuovo presidente, super attivo su tutti i fronti, come dicevamo la scorsa volta, sembra un bimbo affetto da iperattivismo, croce di tutte le insegnanti che se ne ritrovano uno o più di uno nelle loro classi. Il suo riferimento politico è il presidente di El Salvador “Nayib Bukele” rieletto il 4 febbraio scorso, alla faccia della costituzione salvadoregna che non prevede la rielezione di un presidente uscente, con ben l’82-85% dei voti (già il fatto che non vi sia un dato definitivo ufficiale un po’ di orticaria te la procura) come da prassi difronte a questi numeri si dice che ha vinto con percentuali bulgare… non erano altrettanto bulgare però le percentuali di chi è andato a votare, meno del 50%, èrgo, anche questo si erge a paladino della patria, parla, sparla, condanna a nome di un intero popolo, ma non lo rappresenta, non è espressione di tutti i salvadoregni. Questa perla di democratico si è auto dichiarato vincitore a meno di un terzo delle schede scrutinate, facendo un discorso da un balcone ad una folla straripante, gioiosa, festante e acclamante a ogni sua frase… (ogni riferimento storico è puramente casuale), discorso che provoca un gelido brivido alla schiena per chiunque abbia un minimo a cuore la democrazia… immaginiamo le contorsioni che farà il povero “San Oscar Arnulfo Romero” nella sua tomba ascoltando ‘sti discorsi, e vedendo ripiombare il suo El Salvador in un nuova notte tenebrosa.
In El Salvador dopo una prima legislazione di Bukele sono in carcere circa il 2% dei salvadoregni, facendo le dovute proporzioni è come se in Italia la popolazione carceraria, tralasciando gli stranieri, si aggirasse sul milione e duecentomila persone, attualmente se non erriamo si aggira tra 55-57 mila compresi gli stranieri… già con questi numeri il sistema carcerario è in crisi profonda figuriamoci con oltre un milione cosa succederebbe. Già il sistema giudiziario con i ritardi nei processi, con i ritardi nell’espletamento delle varie procedure, è al limite del rispetto dei diritti umani, figuriamoci con quelle cifre… beh, traete voi le vostre conclusioni, a noi con questi presupposti qualche sussulto ci viene…
Il nostro presidente, probabilmente in preda a deliri, visto che oramai è culo e camicia con gli USA (a voi decidere quale delle due parti è l’Ecuador) aveva dichiarato che gli armamenti Russi in possesso dell’esercito ecuadoriano erano chatarra (ferro vecchio), e li avrebbe inviati tramite gli USA in Ucraina per la guerra contro i russi, rimpiazzandoli con un centinaio di milioni di dollari di armamenti nuovi provenienti dagli USA.
Casualmente le autorità russe hanno riscontrato negli ultimi invii di banane ecuadoriane alcuni problemi sanitari, e hanno deciso di bloccare le importazioni, per stare tranquilli hanno preferito bloccare anche l’importazione di rose e di gamberetti, non si sa mai…
La Russia compra circa un milione di casse settimanali di banane, circa il 25% di tutta l’esportazione ecuadoriana di banane è destinata al mercato russo, di rose e gamberetti non abbiamo i dati ma sicuramente non siamo molto lontani come percentuali.
Il 19 febbraio dopo lunghi colloqui e trattative tra i diplomatici dei due paesi, dopo che l’Ecuador ha abbassato le orecchie le braghe e probabilmente anche qualcos’altro, e dichiarato che gli armamenti russi di cui sono in possesso non sono ferro vecchio, e non saranno inviati tramite USA in Ucraina si sono risolti i problemi sanitari causati dalle banane.
Probabilmente ora ne sorgeranno altri con gli USA e servirà una nuova calata di braghe per non finire dalla padella alla brace, diciamo che manca un po’ di esperienza nelle relazioni internazionali al nuovo presidente e al suo staff.
Nelle relazione interne è molto più ferrato, ha proposto l’aumento dell’IVA dal 12 al 15%, che l’assemblea gli ha bocciato, ma facendosi forte dell’ “Estado de Excepción” che gli conferisce poteri speciali ha tramutato il provvedimento con l’aumento dal 12 al 13% ma con l’opzione di un’aumento automatico al 15% in futuro se lo riterrà opportuno o le condizioni lo richiederanno, (… tra un po’ l’IVA aumenterà al 15% senza che nessuno se ne renda conto), più altri 4 provvedimenti sempre in ambito economico, tutti atti a recuperare i 1.000 milioni di dollari necessari per la guerra interna. A inizio anno ha condonato 1.200 milioni di dollari di contributi non versati da parte dei grandi evasori, se uno ci guadagna qualcuno ci perde… se i grandi gruppi industriali ci guadagnano milioni di dollari, qualcuno deve averceli rimessi… (anche qui riferimenti a cose o situazioni presenti in altri paesi è puramente casuale) la motivazione ufficiale era fornire un contributo, un incentivo agli imprenditori per dare vita a nuovi posti di lavoro.
I giorni prima della votazione da parte dell’assemblea erano state inoltrate alcune denunce, corredate di filmati e di interviste di persone che in cambio di 25$ di un panino e di una cola erano state invitate a firmare una petizione in cui si dichiaravano sostenitori del provvedimento di aumento dell’IVA per finanziare la guerra interna, in molti hanno firmato (anche in questo caso riferimenti a persone o avvenimenti avvenuti in altri paesi è puramente casuale).
Dopo questo maxi condono lo stato non aveva più in cassa la liquidità necessaria per pagare gli stipendi e le tredicesime degli impiegati statali, tranne ovviamente per militari e polizia, impegnati nella guerra interna, ulteriori tensioni che si aggiungono alla situazione già di per sé tesa.
Ha annunciato inoltre il taglio degli investimenti statali per altri 1.000 milioni di dollari, (scuola, salute, assistenza ai più deboli…) per investirli nella costruzione delle nuove carceri, stile El Salvador, stile Bukele per rinchiudere tutta la feccia del paese, da inizio anno risultano 90.000 i nuovi incarcerati.
Con tutti questi provvedimenti non rimane nulla nelle casse dello stato per far fronte alla gestione dello stato… manutenzioni ordinarie e straordinarie delle varie opere pubbliche, strade, ponti e tutte le varie opere che uno stato possiede o di cui ha bisogno… e in questo momento dove il fenomeno del niño si sta facendo sentire, soprattutto nelle regioni della costa e nel nostro sub tropico si vivono le conseguenze, la popolazione è letteralmente abbandonata a se stessa…
Altro provvedimento in dirittura d’arrivo è l’approvazione di una nuova forma di contratto di lavoro che prevede un “salario por hora” il presidente lo va a sciorinare come una innovazione che creerà posti di lavoro a dismisura, la sensazione generale è che sia l’ennesima fregatura, il contratto non prevede copertura assicurativa, non prevede ferie, non prevede nessuna garanzia di continuità, e non prevede molto altro… (con le dovute correzioni assomiglia ai nostri contratti a chiamata, ma con molte meno garanzie…) precarizzando una situazione già di per se assai precario. Sono circa 3 milioni i contratti di lavoro stabile in Ecuador, dato immutato da ormai più di dieci anni, i più catastrofisti prevedono che le aziende faranno di tutto per trasformare questi contratti in contratti per ora, per legge non potrebbero farlo, ma cosa importa loro tanto sanno che nessuno ha capacità finanziarie per affrontare un contenzioso con un datore di lavoro, e pur di non perdere il lavoro scendono a patti con il diavolo.
Ci sono altri 5 milioni di lavoratori così detti precari, la maggior parte costituita da quei venditori che affollano ogni angolo di strada ecuadoriana, il rimanente della potenziale forza lavoro sta nell’oblio.
I risultati di questi ultimi anni di politica degenere stà avendo i suoi effetti, con i maggiori effetti nelle province più povere del paese, in queste provincie il tasso di denutrizione tra i minori giunge sino al 53%, e di questa moltitudine di bambini se analizziamo la parte femminile in alcune provincie risulta che almeno 3 su 10 oltre a soffrire di denutrizione sono minorenni in gravidanza.
In tutto questo bel panorama, si aggiungono gli effetti del “niño” quest’anno rinominato “niño” per la sua potenza distruttiva.
Le comunità del sub tropico quest’anno sono devastate da alluvioni, frane, il primo febbraio lo straripamento di una cascata nella comunità di La Palma ha strappato alla vita due ragazze, due cugine di neanche vent’anni, ritrovate il giorno dopo qualche chilometro più a valle sommerse da fango e detriti, potete immaginare lo strazio e la pena, per le famiglie, per la comunità, e anche per noi, le ragazze appartenevano ad una delle famiglie a cui siamo più legati, non solo noi, il Gruppone tutto, una di loro era una catechista della comunità, la incontravamo ogni primo sabato del mese qui a Salinas dove veniva per la formazione. Casualità? Tutta colpa del Niño? O centra anche una mancata manutenzione ambientale per mancanza di investimenti???
In questi giorni nella Parroquia di Echandia il rio che lo attraversa, carico di tutta la pioggia che sta imperversando si è portato via ponti, case, e vite umane. Echandia é la parroquia più vicina alle nostre comunità del sub tropico, per molte comunità basse è più comodo andare ad Echandia che arrivare a Salinas.
Ora le nostre comunità sono isolate sia verso la parte alta, verso Salinas, per le innumerevoli frane che ci sono giornalmente, il terreno carico di acqua all’improvviso cede, portandosi via pezzi di montagna, strade, sperando sempre che nella frana non vengano coinvolte case, persone, rancheras… sia verso la parte bassa, verso Echandia. Essere isolati significa non aver possibilità di ricevere merci, e/o di vendere le proprie merci, tutti i caseifici si trovano con i prodotti pronti e con enormi difficoltà a farli arrivare ai negozi, bisogna caricarsi la merce in spalla e scavallare le frane, sempre con il pericolo di ulteriori frane, da settimane piove ininterrottamente, e la terra carica di acqua continua a scivolare a valle. Spesso queste frane si portano con se linee elettriche, antenne per copertura cellulare lasciando ancora più isolate e in balia di se stesse queste comunità. Gli scorsi anni c’erano sempre macchinari pronti a sgomberare le frane, ripristinare linee, quest’anno Alcaldie, Prefetture, Parroquie, nessuno ha fondi per par fronte alle calamitá, sono tutti dirottati per la guerra interna… il fenomeno del niño non è una novità, era ampiamente previsto, non si conosce l’entità del fenomeno ma si sa benissimo che sarà presente, solitamente venivano accantonati fondi di riserva per far fronte all’imprevisto ampiamente previsto, ma quest’anno gli obiettivi sono altri.
Questi solo alcuni flash di quello che sta succedendo, sarebbero molte altre le cose da raccontare, molti altri gli episodi da condividere per rendere l’idea di quello che attualmente sta succedendo in Ecuador, ma quanto possono interessare a chi ci legge??? Per noi che ci viviamo immersi in questa situazione queste cose hanno un peso specifico molto elevato, ma per chi vive a 14.000 chilometri ed è già immerso nelle problematiche altrettanto pesanti che si stanno vivendo in Italia hanno sicuramente un peso differente.
Molte cose sono successe anche qui a Salinas, ma istintivamente le viviamo in forma differente, non riusciamo a guardare al solo orticello di Salinas, se non inserito nella fattoria più grande che è l’Ecuador, e quella più grande ancora che è il mondo intero…
È una sensibilità che cozza parecchio nel quotidiano, in una quotidianità tutta concentrata sulla punta del proprio naso, su quel mezzo metro quadro dove appoggi i piedi, che è un po’ l’aria che respiri ultimamente a Salinas, tutta concentrata su se stessa, con sempre meno capacità di guardare oltre gli orizzonti, se non in funzione di se stessa, e per noi non è solo questione che le tue precarie condizioni ti fanno concentrare nella tua situazione, è anche questione che pian piano le cose stanno cambiando anche qui a Salinas.
Questo mese la Fondazione Famiglia Salesiana ha festeggiato il ventiduesimo anno di nascita, è stata l’occasione per ricordare persone, progetti, sogni, il tutto è finito con una bella serie di auto-pacche sulle spalle congratulandosi con se stessi. Gli interventi un po’ critici, quelli un po’ più stimolanti nel cercare nuove vie, dove partendo dai “principi” che hanno dato vita al fenomeno Salinas, ci si confronti con il mondo, Salinas non è il mondo, ne è solo una infinitesima parte, si possano trovare forme differenti per continuare il sogno iniziato una cinquantina di anni fa, questi interventi sono stati dimenticati e travisati nel giro di pochi minuti.
Se parliamo con amici e raccontiamo le fatiche le incoerenze che viviamo che respiriamo qui, ci dicono che anche in Italia è uguale, che anche a Canicattì si vivono le stesse cose…, e con questo? Non è che il mal comune faccia il mezzo gaudio… ora viviamo e operiamo in questo angolo di mondo, cerchiamo con tutti i nostri limiti ove possibile di tentare di dare qualche risposta a queste problematiche, non è che se il problema è comune anche in Italia il problema sia risolto, non è che se siamo tutti immersi in un mare di merda, ci facciamo tutti assieme e in allegria una bella nuotata e tutto passa, se riusciamo a trovare una forma meno obbrobriosa di farci una nuotata ben venga, poi la condividiamo con gli altri.Le difficoltà come vedete sono molte, il futuro è un cielo carico di nubi nere, nere, che minacciano poco di buono, i risultati che si ottengono sono sempre minimi, ma la cosa non ci spaventa, ci intristisce un po’ ma non ci spaventa…
Molti ci chiedono come stiamo in questa situazione, certo se fosse più rosea non ci lamenteremo, ma stiamo bene, siamo felici della scelta fatta, in questo momento sentiamo che il nostro posto è ancora qui, non vorremmo essere in altri posti.
Dopo alcuni anni che viviamo qui, ci risultano evidenti alcuni meccanismi che stridono parecchio, ti arrabbi molto di più, sei più intollerante, ma questo succederebbe anche in altre situazioni in altre realtà in cui potremmo trovarci a vivere, perché siamo così, perché siamo frutto della nostra storia del nostro vissuto.
Essere buoni, accettare anche le cose che non comprendi e/o condividi non è sempre semplice, e in cuore ci rimane sempre il quesito, è sempre corretto accettare tutto o a volte il tuo modo differente di vedere, la tua prospettiva differente di osservare gli avvenimenti, condiviso con gli altri potrebbe essere da stimolo per camminare tutti assieme verso un futuro con opportunità nuove???Un abbraccio a tutti
Hasta pronto.
Emanuele y Anna
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