Lettera Emanuele e Anna - Gennaio

Salinas 27 gennaio 2024
Amici, inviamo un grandissimo abbraccio a tutti voi,
il 2024 è arrivato con il suo bel carico di preoccupazioni, se il buon giorno si vede dal mattino, quest’anno c’è da impegnarsi parecchio per rimetterlo su binari perlomeno accettabili.
In queste ultime settimane diversi di voi ci hanno chiamato, ci hanno inviato messaggi chiedendoci com’è la situazione, … difficile rispondervi!!!
Questa risulterà una lettera un po’ anomala, possiamo pensare ad una descrizione dei fatti, ma in un paese dove l’informazione, almeno quella ufficiale, è in mano ai poteri forti che in questo momento storico sono l’espressione delle forze politiche che sono al governo. Quindi, tirando le conclusioni ne risulta che attualmente l’informazione è solamente la gran cassa del nuovo presidente della repubblica Daniel Noboa e del suo governo. Non una gran bella situazione per comprendere su che cavolo di graticola ci stiamo arrostendo.
Certo guardando alla situazione italiana neanche lá c’è molto da star allegri, neanche voi ve la passate bene, ma noi non siamo gran fautori del “Mal comune, mezzo gaudio”… per noi è meglio… “Mal comune??? é bene che ci diamo da fare entrambi!”
In questo ultimo mese seguendo i notiziari in Italia abbiamo notato che anche le notizie dall’Ecuador facevano capolino, e addirittura tra le anteprime dei TG. Peró dopo, quando le ascoltavi, ti scendeva una botta di tristezza paurosa, un’accozzaglia di informazioni senza capo ne coda, una giornalista durante un TG non riusciva manco a pronunciare il nome della città centro degli scontri, e stiamo parlando di Guayaquil, non di
“Taumatawhakatangihangakoauauotamateaturipukakapikimaungahoronukupokaiwhenuakitanatahu” cittadina della Nuova Zelanda dal nome impronunciabile (esiste veramente, verificare per credere)!
Insomma, notizie buttate lá senza probabilmente verificarne la veridicità, e questo ci ha fatto fare una considerazione… chissà quante volte ci siamo bevuti informazioni come acqua fresca, soprattutto provenienti da regioni del mondo di scarso interesse economico, che con la effettiva realtà dei fatti non avevano nulla a che fare?
Optiamo invece per un excursus storico-sociale degli ultimi decenni per dare un quadro generale e alcune riflessioni a più ampio respiro, partendo dai fatti che vengono raccontati dalla stampa ufficiale e dalle informazioni che si recuperano tra mille difficoltà spulciando qua e là tra la stampa alternativa, non allineata e cercando di fare qualche ragionamento in più nel merito.
Noi non abbiamo conoscenze di geopolitica, capacità di analisi di una situazione così complessa, però siamo convinti che sia nostro dovere (veramente sarebbe dovere di tutti) non farsi ingozzare come le oche di “informazioni”, ma di fare perlomeno lo sforzo di selezionare, verificare, confrontare, quello che ti propinano e cercare con onestà intellettuale, senza prese di posizione di parte, di farsi un’opinione, la più libera possibile da condizionamenti.
Vi condividiamo alcune notizie e alcune riflessioni, la maggior parte non sono farina del nostro sacco, le abbiamo ascoltate e ragionandoci ci sembrano, sottolineiamo ci sembrano, condivisibili. Quello che ci sembra abbastanza evidente è che non si può fare un’analisi da “tifoso” da “hooligans” da squadra calcistica, dove è solamente la tua fede calcistica a muovere i tuoi neuroni, qui la situazione è leggermente più complessa. Noi cercheremo di essere il più obiettivi, il meno di parte possibili, ovviamente la nostra storia, la nostra cultura, i valori in cui crediamo, certi panorami ce li faranno osservare con determinate sfumature e non con altre.
La situazione che sta vivendo l’Ecuador in questo momento non è certamente frutto di questi giorni neanche degli ultimi mesi o anni, è una conseguenza di situazioni vissute, di decisioni prese negli ultimi decenni, dai differenti governi che si sono succeduti, indifferentemente dalla posizione politica che rappresentavano, i più pignoli fanno riferimento ad una data ben specifica per l’inizio dei problemi Ecuadoriani e dell’America Latina in genere, esattamente il 12 ottobre 1492, ma questa è un’altra questione. E non bisogna neppure sottovalutare le varie intromissioni arrivate dall’esterno, intromissioni politiche, economiche, sociali, ecc… tutte le nazioni, chi in forma maggiore chi in forma minore, hanno queste intromissioni che arrivano dall’esterno, ma come ben sapete in America Latina, ma anche in molti altri paesi “in via di sviluppo” o del “terzo modo”, dove ci sono opportunità, risorse interessanti da sfruttare, c’è uno sgomitare continuo per intromettersi, mentre i paesi dove non ci sono neanche gli occhi per piangere non interessano a nessuno e vengono lasciati alla loro meschina sorte. L’America Latina ora è un eldorado, le più grandi riserve di minerali conosciute in questo momento a livello mondiale sono in America Latina, le più grande estensioni di terreni coltivabili sono in America Latina, e questa condizione che in un mondo meno egoista sarebbe un paradiso dove tutti potrebbero vivere con dignità, senza soffrire la fame, l’emarginazione, ecc… si trasforma in un luogo dove intromettersi e fare tutto il possibile, legale e illegale poco importa perché queste risorse che potrebbero far vivere una vita degna a milioni di persone, diventino enorme ricchezza per pochi.
Ma veniamo all’Ecuador, già negli anni sessanta la mafia colombiana faceva transitare la droga attraverso l’Ecuador, iniziavano già ad esserci i primi approcci con la politica, o meglio con i politici e i vari sistemi di potere, ma la data fondamentale fu l’anno 2000, quando avvenne la dollarizzazione dell’Ecuador, ossia da quell’anno la moneta ufficiale in Ecuador è il dollaro americano. Data terribile per l’Ecuador perché i piccoli e medi risparmiatori ci hanno rimesso anche le mutande mentre i proprietari di grandi capitali ci hanno guadagnato, naturalmente erano quelli al governo, che avevano preso la decisione di dollarizzare il paese e che avevano già preventivamente messo al sicuro i loro capitali in banche estere. La stragrande maggioranza del paese sprofondó in una crisi nera: è di questi anni infatti la prima massiccia emigrazione di ecuadoriani verso gli USA, da sempre miraggio economico per il Sud America, e verso l’Europa, con meta preferita la Spagna per ragioni linguistiche e storiche.
Il fattore che maggiormente solletica l’attenzione del narcotraffico è avere a disposizione un paese con controlli fiscali e trasferimenti di capitali praticamente nulli e, con l’enorme vantaggio che la moneta di riferimento è il dollaro, è come avere a disposizione il paese dei balocchi, cosí per riciclare denaro c’erano tutte le condizioni favorevoli. Facciamo una prima riflessione a margine, … è quasi certo che gli strateghi del riciclaggio non erano i campesinos delle comunità, soprattutto quelle più isolate, come quelle del Paramo, che stavano ancora piangendo per avere perso i loro pochi risparmi con la dollarizzazione e volevano rifarsi mettendo in campo tutte le loro conoscenze di economia internazionale appresi in qualche master ad Harvard, che ne dite??? o forse era qualcun altro??? Altra riflessione, in Ecuador pur essendo il paese dei balocchi per narcotrafficanti, cartelli e mafie di ogni forma e specie, non avrebbero potuto scorrazzare in lungo e in largo indisturbate per tutto il paese, investendo e ripulendo miliardi di dollari, senza l’appoggio, o per lo meno il girarsi dall’altra parte di politici, banche, finanza, polizia … ??? come vedete il problema inizia a prendere fisionomie differenti…
I dati ci dicono che attualmente in Ecuador il valore del traffico di droga é di circa 8 miliardi di dollari, non molti se pensiamo che grosso modo il traffico mondiale di droga si aggira sui 450 miliardi di dollari, e quello totale del crimine è all’incirca 2-2.5 trilioni di dollari ovvero 2.000-2.500 miliardi di dollari, 2-2.5 milioni di milioni di dollari, cifre che si fanno fatica a scrivere correttamente. Questi sono dati che si recuperano spulciando tra le varie agenzie che si occupano di criminalità confrontandoli tra di loro, sperando di non prendere cantonate, e comunque non sono mai dati aggiornatissimi, queste organizzazioni malavitose, tra i vari difetti hanno pure quello di non presentare la dichiarazione dei redditi annualmente complicando ulteriormente la vita a chi cerca di capirci qualcosa, che gentaglia!!! Quindi se pensiamo che il PIL dell’Ecuador è attorno ai 100 miliardi di dollari, risulta che ogni 100 dollari in Ecuador 8 sono frutto del traffico di droga. A livello mondiale il traffico di droga rappresenta solo il 20% dei capitali che si generano con il traffico di armi, con il traffico di persone e con il riciclaggio di capitali sporchi, ecc… che dite? proprio un bel quadretto quello che compone le cifre sopra riportate.
Come Ecuador siamo né più né meno nella media mondiale, una bella soddisfazione non c’è che dire, i grandi movimenti di capitali mondiali sono oramai per una buona percentuale frutto di speculazioni finanziaria e di capitali criminali, l’illegalità è il motore dell’economia mondiale e rende decisamente bene, circa il 7% del PIL!!!
Ma ritorniamo al concetto… senza l’appoggio di banche, sistemi finanziari, appoggi politici, coperture di giudici, polizia, ecc… non sarebbe possibile tutto questo. Anche qui in Ecuador ci sono alcuni casi che sono venuti alla luce ultimamente, ma immediatamente e opportunamente ben occultati: uno era il cognato dell’ex presidente Guillermo Lasso, l’ex presidente Lasso è proprietario della seconda banca più grande dell’Ecuador, oltre ad altre banche collocate in paradisi fiscali, e numerosi interessi economici negli USA. Ora abbiamo come presidente Daniel Noboa, la cui famiglia è proprietaria della più grande impresa bananiera del paese, oltre a moltissime altri attività ed interessi, risultando una delle famiglie più ricche dell’intera America Latina. Per gli amanti dei numeri il Gruppo Noboa deve all’RSI (grosso modo l’equivalente del nostro INPS) 90 milioni di dollari, e questa è un’abitudine che si protrae da decenni, si può far soldi in molti modi, anche non pagare le tasse dovute allo stato è una forma per farli, poi entri in politica e ti fai le leggi ad personam e il giochino e fatto, abbiamo la strana sensazione di avere già vissuta questa storia, ma non riusciamo a ricordare bene dove! I dati ci dicono che il 70%  della droga viaggia via nave, e quella che parte dall’Ecuador predilige per il 45% viaggiare in compagnia delle banane, nessuna prova, nessuna accusa diretta ai due presidenti… ma…qualche pensierino ci viene stimolato… scusate forse in questo frangente ci siamo lasciati un po’ prendere la mano e non siamo stati proprio superpartes… sorry…
Ma proseguiamo il racconto… Con queste ghiotte opportunità, ci mettono poco i cartelli mondiali della droga (il primo è stato il cartello messicano dei Sinaloa) a comprendere i vantaggi che l’Ecuador ha per i loro interessi: già nei primi anni del 2000, incominciano ad operare in forma sempre più massiccia in Ecuador, con il tempo si inizia a pensare all’Ecuador non  per il solo riciclaggio di denaro, ma diventa anche paese di lavorazione e di spedizione della droga, con gli anni i cartelli mettono in atto la loro comprovata politica per diventare sempre più padroni di tutto e di “tutti” iniziano a pagare la loro manovalanza non più in denaro ma con droga, inizia così a diffondersi lo spaccio, e conseguentemente a ruota l’uso e l’abuso di droghe con tutte le problematiche, le conseguenze che questo si porta appresso. Il 2016 è un altro anno di svolta, in Colombia viene firmato l’accordo di pace tra il governo e le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC), accordi che dopo 8 anni non sono ancora del tutto stati messi in atto, ma questa è un’altra storia. Questo accordo prevede una presenza massiccia dell’esercito colombiano e di quello statunitense, ovviamente sottotraccia, con osservatori, addestratori, ecc… nelle zone calde della produzione. Questa presenza complica la produzione e ovviamente la spedizione della droga negli USA e in Europa, i costi delle spedizioni con questi presupposi lievitano di molto, dati che abbiamo incontrato ci dicono sino a 30-35.000 $ per Kilo, mentre dall’Ecuador si può spedire droga con 10.000 $ per kilo, non ci sono paragoni, cosi un po’ alla volta la maggior parte del  lavoro di spedizione si trasla in Ecuador, e assieme al traffico traslano tutti i vari cartelli che gestiscono il traffico, messicani, colombiani, le varie mafie, qui in Ecuador è molto attiva la mafia Albanese, e la ‘Ndrangheta che è grosso modo il servizio “Bartolini” delle spedizioni di droga nel mondo. Il tutto avviene in particolare nelle zone della costa dove è più facile ricevere la droga per poi spedirla. La regione della costa è quella geograficamente più favorevole, e dove la povertà batte più forte, così diventa un giochino per i cartelli reclutare giovani, che sono un’infinità e senza opportunità di lavoro. Soldi facili, cifre mai viste nella loro vita, attirano giovani come il miele con le mosche, sono “manovalanza a perdere”, dopo un po’ sanno troppe cose, conoscono troppi visi e spariscono nell’oblio, tanto fuori della porta la fila che attende di entrare in questo mondo è infinita, solo i più bastardi rimangono in vita e diventano i comandanti delle truppe che si vengono formando.
Negli ultimi tempi c’è un nuovo fattore che è entrato a scombinare tutto il mercato, sono le droghe sintetiche, prodotte in laboratorio, molto più occultabili rispetto a una piantagione di coca, a costi irrisori e in quantità inimmaginabili, questo potete ben capire intacca numerosi interessi. A problema soluzione: sino a quando il mercato rimane fiacco, e non si trova il modo di ripromozionare la coca sul mercato, si trovano attività alternative, nella mafia, nell’estorsione e nel DNA. Detto fatto… estorsioni come se piovesse, non solo alle varie attività, negozi, bancarelle, ristoranti, bar, attività produttive, che nella nostra mente sono la prima associazione che facciamo, ma tutti indistintamente: nelle città entrano in un palazzo e da cima a fondo chiedono il pizzo a tutti i condomini, un’intera via, passano casa per casa come i testimoni di Geova, interi quartieri, intere comunità, e ogni mese passano a riscuotere, mediamente sono bambini, giovanissimi di 7-8 anni o anche meno, che se vengono presi non possono finire in carcere. Altra particolarità, siccome qui in Ecuador dopo i 65 anni sei considerato anziano, e ti vengono riconosciute alcune agevolazioni, ad esempio nei bus, nella metro, per alcuni documenti paghi la metà, anche loro agli over 65 applicano metà pizzo, perché loro sono molto rispettosi della legge, così dicono!!!
E arriviamo ai giorni attuali… le bande criminali sono 22 le principali (quelle che vengono citate anche nel “Estado de Excepción” emanato il 9 gennaio dal presidente Noboa, e che ha dato il via a tutti i disordini, la cui notizia è giunta anche in Italia), ma si dice siano almeno una settantina le bande attive, contando anche le piccoline, bande che lavorano praticamente in subappalto per le maggiori. Complessivamente stiamo parlando di circa 50.000 componenti, e cioé di un vero e proprio esercito perché al narcotraffico se c’è una cosa che non manca sono i dollari per comprare armi, anche perché una delle forme per ripulire i dollari sporchi del narcotraffico è proprio il mercato delle armi. Qualcuno riporta anche numeri di affiliati decisamente più elevati, ma questo ci sembra un numero abbastanza aderente alla realtà.
Dati ufficiali invece danno il numero dei componenti dell’esercito pari a 38.000 uomini e della polizia pari a 52.000 uomini. La popolazione carceraria è passata negli ultimi dieci anni dai 10.000 carcerati alle 42.000 persone attuali che, facendo una rapida proporzione con una popolazione ecuadoriana di poco meno di 18 milioni di abitanti, è una cifra spropositata.  Carceri che per la cronaca sono totalmente in mano alle bande, sono il loro centro operativo, da lí dirigono i loro traffici e, siccome mediamente ogni carcere è gestita da una banda, questi lavorano in tranquillità perché tanto ci sono le guardie carcerarie che vigilano solo all’esterno! Altra curiosità latino americana, le guardie carcerarie controllano il perimetro del carcere, mentre dentro può succedere più o meno di tutto che non sono cose che li riguardano. Per fare un esempio, i mesi scorsi abbiamo assistito alla sceneggiata nel carcere di Esmeraldas dove la banda che ha “in gestione” il carcere, diciamo così, ha indetto una conferenza stampa per spiegare le loro ragioni e le loro richieste… una conferenza stampa!… questo è l’assurdo.
Aggiungiamo altri due dati per completare la panoramica: il 90% della ricchezza dell’Ecuador è in mano a 12 famiglie, e queste famiglie devono allo stato circa 2 miliardi…, 2.000 milioni di dollari di tasse arretrate.
Banche?… Come in Italia e crediamo come in quasi tutto il mondo, le banche nel periodo della pandemia hanno accumulato liquidità pazzesche, milioni e milioni di dollari, il tutto esentasse.
Ora abbiamo un quadro di date e numeri, anche se sono relativi solo ad una parte delle problematiche che affliggono l’Ecuador, sarebbe troppo complesso e non sarebbe sufficiente questa lettera per affrontarne altri, anche se ad onor del vero anche queste problematiche affettano di molto la situazione attuale, ora proviamo ad addentrarci in alcune riflessioni.
Il problema che affligge l’Ecuador non è un problema dell’Ecuador, è un problema mondiale, voler curare un corpo malato, in cancrena in molte sue parti, concentrandoci in un pelo incarnito non sembra una grande idea. Ora Noboa ha deciso di affrontare la situazione di petto, dice lui… tra le sue varie affermazioni, c’è l’oramai mitico messaggio alla nazione dove dice che sta affrontando i problemi della nazione da uomo con gli attributi come uova di struzzo… con attributi del genere la nazione può certamente dormire sonni tranquilli…
Ha dichiarato “el Estado de Excepción” con il coprifuoco dalle 11 di sera alle 5 di mattina; ha dato all’esercito e alla polizia il mandato di affrontare le bande con ogni mezzo, fino alla licenza di uccidere senza conseguenza alcuna per eventuali abusi della forza. Le varie organizzazioni internazionali per i diritti dell’uomo hanno sollevato obiezioni rispetto a questo mandato e la pronta risposta del presidente è stata: Se qualche organizzazione muoverà accuse o condanne nei confronti di appartenenti alle forze armate o alle forze dell’ordine, automaticamente emetterò l’indulto per le persone citate.
Il presidente Noboa ha dichiarato che vuole costruire due nuovi carceri di massima sicurezza, tipo il Centro per il Confinamento del Terrorismo (CECOT) realizzato in El Salvador da un altro presidente molto ispirato il signor Nayib Bukele e si tratta di una prigione per 40.000 detenuti (la cifra è corretta e se volete approfondire andate a vedere com’è pensato e costruito). Ha quindi preso accordi con la stessa impresa costruttrice in El Salvador, così risparmia sul costo di progetto, e uno vuole sia costruito all’interno della foresta amazzonica mentre l’altro fluttuante nell’oceano a qualche centinaio di chilometri dalla costa.
Per finanziare tutto ‘sto popò di progetti, ha portato l’IVA (Impuesto al Valor Agregado) dal 12 al 15% e tutti sappiamo chi affetta maggiormente un provvedimento del genere.
Vuole privatizzare tutti i sevizi pubblici, energia elettrica, sanità, scuola, ecc…
Ha firmato un accordo con gli USA (ben felici di rimettere piede e naso negli affari ecuadoriani e soprattutto mani sulle risorse) che prevede la presenza di soldati americani, osservatori e con deleghe e poteri particolari, con inoltre la possibilità di riaprire la base militare di Manta, chiusa al tempo del governo Correa, ossia una delle classiche basi Americane che abbiamo anche in Italia e che a tutti gli effetti è territorio americano in stato straniero.
Queste le informazioni principali. Ve ne sono altre, ma è anche fatica starci dietro perché sembrano come quei bimbi iperattivi che ogni tanto diventano la disperazione delle maestre.
Storicamente possiamo vedere che questa forma di affrontare il problema non porta a grandi risultati. Pensiamo a due esempi recenti: la Colombia con il “Plan Colombia” avviato nel 1986… nel giugno 2022 si contabilizzavano 60.000 morti per assassinio o per morte violenta; oppure il “Plan Mérida” in Messico voluto da Busch Junior nel 2006… ad ora si contabilizzano 120.000 morti. In entrambi i casi circa il 70% dei morti sono civili che con il narcotraffico centrano poco.
La riflessione che facciamo (condivisa anche da e con don Giuliano, che in questo periodo abbiamo sentito più volte per comprendere l’effettiva situazione che si sta vivendo a Muisne e a Quito) è che le informazioni sono cose preziose. E ci sono molte persone che cercano di darle nel modo piú oggettivo possibile, come Bepi Tonello, che cercano di leggere la realtá guardando oltre la cortina di fumo con cui qualcuno vuole offuscarla.
Con la dichiarazione di “Conflicto Armado Interno” da parte del presidente Noboa, che senza fare tanti giri di parole è a tutti gli effetti una dichiarazione di guerra interna, lo stesso ha dichiarato ufficialmente una guerra civile, ha aderito alle logiche della guerra, i problemi si risolvono sovrastando chi non la pensa come te (anche le guerre definite “guerre giuste” sono comunque sempre guerre), dialogare e cercare una via d’uscita che non sia fare una strage di avversari e innocenti sembra non far più parte delle possibili soluzioni.
Come ci dice Papa Francesco da anni, la guerra è diventato il motore dell’economia mondiale.
A chi serve una guerra in Ecuador??? Questa potrebbe essere la domanda chiave…
Il problema del narcotraffico è senza dubbio un grandissimo problema per l’Ecuador, ma come abbiamo visto è un problema globale, mondiale, non sarà togliendo il pelo incarnito che cureremo la cancrena.
Se avete avuto l’opportunità di vedere i video dell’irruzione nella TV a Guayaquil da parte dei “terroristi”… vi sembravano una banda armata con alle loro spalle uno dei più grandi imperi economici del mondo??? Con il machete, uno era addirittura in ciabatte, mettendo nelle tasche degli ostaggi quello che i commentatori chiamavano dinamite con una miccia che una volta accesa neanche “Usain Bolt” riuscirebbe a scappare senza rimetterci la vita, forse erano gli ultimi botti avanzati dopo i festeggiamenti dell’ultimo dell’anno???, dopo un’ora erano tutti arrestati senza sparare un colpo… contro chi si sta scatenando questa guerra???
Contro chi si sta mettendo in piedi tutto questo teatro???
Fuor di dubbio dietro al narcotraffico c’è, come in molti iniziano ad affermare senza più timore di essere smentiti, un “Narco-Stato”. Ci sono le bande, c’è un esercito di almeno 50.000 uomini, decisamente ben armati, non in ciabatte e machete… a quale delle due parti conviene mettere in atto una guerra che oltre a provocare migliaia di morti metterebbe in crisi tutto l’impianto di corruzione e di interessi illeciti che c’è dietro a tutto questo?
Sarà costruendo carceri disumane che si risolverà il problema, carceri che come in tutto il mondo sono università del crimine? La scorsa settimana affermavano trionfalmente che avevano arrestato in pochi giorni 2.000 persone di cui 150 terroristi, e gli altri 1850 cos’erano??? Buttati tutti dentro lo stesso calderone, cosa potranno apprendere??? A recitare il rosario per la salvezza dell’Ecuador, magari diretto dai capi delle bande che difronte alle minacce di Noboa si stanno avviando nel sentiero della conversione???
Facciamo un po’ di ironia, ma di ironico c’è ben poco… si stanno apprestando a spendere milioni di dollari, recuperati dall’aumento dell’IVA, provvedimento che peserà pesantemente sulle tasche della parte della popolazione già in grandi difficoltà, che già sono al limite della povertà. Povere per le statistiche sono le famiglie che vivono con meno di 2.54 $ giornalieri, fate due conti per capire come si possa vivere con questi due spiccioli, e chi dispone di 2.55 $ già è capitalista???
Un governo che per pagare la guerra civile, vuole privatizzare la sanità, la scuola, l’energia elettrica, le risorse naturali, l’acqua, il petrolio, le miniere, ecc… privatizzazioni in cui quasi sempre sono coinvolti investimenti che arrivano dal narcotraffico, dal riciclaggio dei narcodollari, vi sembra un governo in cui confidare?
Pensare invece di investire questo denaro per creare opportunità di lavoro, utilizzare tutte queste risorse naturali che il buon Dio ha messo a disposizione di tutto il popolo ecuadoriano, non solo a disposizione di pochi animali insaziabili, per pensare ad un paese dove tutti abbiano il diritto di accedere ad un ospedale quando hanno bisogno di cure, dove le scuole siano accessibili a tutti coloro che vogliono costruirsi un futuro migliore e onesto, una società dove tutti quelli che hanno delle capacità possano avere le opportunità per sviluppare queste capacità per loro stessi e per il bene di tutto il paese.
Invece di attuare una politica di emarginazione, di esclusione, di razzismo, che è solo lievito per alimentare ulteriormente le spaccature del paese.
Da una parte i buoni dall’altra i cattivi… ma riusciamo veramente a comprendere in questo bailamme l’effettiva realtà delle cose?… difficile, molto difficile…
Le riflessioni sarebbero ancora molte, ma abbiamo più che abusato della vostra pazienza.
Concludiamo tranquillizzando tutti gli amici che ci contattano preoccupati per la nostra sicurezza, non siamo ipocriti non è una situazione serena come poteva esserlo prima, devi girare con maggiore attenzione, ma per ora non ci sentiamo minacciati, scatenare una guerra civile sarebbe deleterio per gli interessi economici di molti, e questo è un deterrente che per ora ci mette al riparo.Un abbraccio a tutti
Hasta pronto.
Emanuele y Anna

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