Salinas 20 maggio 2023
Anche questo mese è volato!
Che dire della situazione del paese, le zone, le aree del paese che oramai non sono più sotto o totalmente sotto il controllo dello stato stanno aumentando e si fanno ogni giorno più evidenti. Qualcuno paragona l’Ecuador attuale alla Colombia che dagli anni 60 dove sino agli anni 2000 è stato terreno di scontri, prima esercito contro rivoluzionari, poi tra rivoluzionari e narcotrafficanti che vedevano compromessi i loro interessi, poi in tutto questo bailame ovviamente ci entrano anche potenze straniere, non serve dire quali, sono sempre le stesse, che vedono compromesse le loro scorribande economiche, egemoniche nelle regioni Latinoamericane. In Colombia, prima di arrivare ad accordi di pace più o meno duraturi bisogna arrivare al secondo decennio del duemila e in tutti questi decenni di pseudo guerra civile come da che mondo è mondo chi ci rimette sono i poriCristi, si parla di oltre 450.000 vittime di cui oltre 80% civili, poveracci che potevano solo subire le angherie, i soprusi di chi decide vita e morte in queste democrazie dagli equilibri sempre precari.
Noi ci auguriamo che queste siano solo visioni, o previsioni di pessimisti incalliti, e che la realtà in Ecuador possa essere totalmente differente, soprattutto che la storia, lo sviluppo di questa situazione possa prendere strade completamente nuove rispetto a quelle già viste, già vissute sin troppe volte qui in America Latina.
La situazione va comunque analizzata con serietà e sano realismo. Oscar Wilde scriveva che un “pessimista” non è nient’altro che un “ottimista ben informato”, altri dicono “l’ottimismo non è nient’altro che una caratteristica delle persone poco informate”, stesso concetto espresso in forma differente. Con affermazioni come queste non c’è molto da stare allegri, ma ci sono i tempi per stare allegri, ci sono i tempi per gioire, e ci sono i tempi per stare preoccupati, per guardare i problemi e darsi da fare per risolverli, non è una cosa strana è semplicemente la vita a qualsiasi latitudine tu viva.
I problemi si possono affrontare, risolvere solo se siamo disposti ad ammettere che ci sono, se non li voglio vedere, non li vedrò mai ma continueranno ad esserci, se non faccio nulla per risolverli essi mi fagogiteranno, sarò costretto a subirli senza possibilità di affrontarli, di cambiare la mia condizione, condizione che sarò costretto a subire anche se non ho fatto nulla per meritarmela ma neanche nulla per cambiarla.
Mentre stiamo scrivendo queste righe ci arriva la foto di un articolo che compare questa settimana su Terre & Missione “Ecuador: la denuncia di Tonello e don Giuliano Vallotto. Stretti nella morsa dei narcos”, dove si descrivono con maggiori dettagli e precisione le stesse cose che vi stiamo condividendo… la stretta al cuore e il groppo in gola che ci sale da dentro in questo momento è difficile da descrivere.
Qualche settimana fa ci eravamo sentiti con don Giuliano e ci raccontava la sua preoccupazione per i giovani di Muisne, ci chiedeva se era possibile accoglierne qualcuno qui nell’Hogar di Salinas, il tentativo di salvare qualche goccia di quel mare di disperazione che giorno dopo giorno sta diventando l’Ecuador, in particolare le zone della costa.
Questa settimana il presidente dell’Ecuador, Guillermo Lasso, ha dichiarato la “Muerte Cruzada”, che significa questo? Da quello che noi siamo riusciti a comprendere, sperando di non dire corbellerie, è praticamente la dichiarazione di scioglimento del parlamento, solo che qui avviene con una forma un po’ particolare, che all’inizio ti lascia basito, poi piano piano comprendi. Dichiarata la “Muerte Cruzada” da parte del presidente vi è immediatamente l’occupazione da parte dell’esercito del parlamento, la nostra prima associazione di idee è “un colpo di stato”, peró di fatto non lo è!… anche se poi i risultati non sono molto dissimili.
Il parlamento viene occupato per non far accedere nessuno dei deputati al suo interno, viene congelato qualsiasi potere del parlamento e dei parlamentari, tutto il potere è in mano al presidente sino a quando non sarà eletto un nuovo parlamento e un nuovo presidente; potere assoluto, può decidere e fare tutto, tranne cambiare la costituzione, tutto senza l’approvazione e/o controllo da parte del parlamento. Ora ci sono i tempi definiti costituzionalmente per indire nuove elezioni, per la campagna elettorale, per l’elezione, e gli eventuali ballottaggi, tirate le somme si può arrivare a 180 giorni prima di avere una nuova situazione governativa normale. Sei mesi in cui Lasso può fare e disfare a piacere, ci sono tutti i provvedimenti, soprattutto quelli economici, che il parlamento gli aveva bloccato ritenendoli totalmete inadeguati per le condizioni attuali del Paese, che già dalle prime dichiarazione dice di voler mandare avanti, a suo dire per il bene del Paese stesso.
Avevamo appena terminato con il circo delle elezioni amministrative, e si riparte con un nuovo circo; ah da non scordare che tutto questo servirà a trovare un nuovo parlamento e un nuovo presidente solo per concludere l’attuale legislazione, quindi a febbraio 2025 ci saranno comunque le elezioni, i nuovi eletti fatti i conti resteranno in carica un annetto poco più, quanti vorranno mettersi in gioco per così poco tempo??? con il rischio di bruciarsi!!! altro grossissimo punto di domanda da mettere sul tavolo.
Anche se vi avevamo promesso che questa volta avremmo parlato di Salinas, gli avvenimenti del Paese sono così rapidi e importanti che non potevamo non condividerveli.
Qui si cerca comunque di portare avanti tutti i lavori che sono in corso, senza lasciarci distrarre, frenare da quello che ci succede attorno, non è incoscienza o sottovalutazione di quello che accade, ma è l’esigenza che le cose vadano avanti, le difficoltà che devono affrontare le persone sono giorno per giorno sempre di più, già vi abbiamo descritto più volte la situazione sanitaria, quella scolastica, quella della sicurezza, soprattutto in questa situazione è per noi importante continuare a guardare avanti, guardare al futuro con la certezza che un mondo migliore, meno ingiusto e più umano possibile, si possa costruire. Per chi ci conosce sa che non siamo utopisti visionari, che vedono tutto sereno anche quando si è nel bel mezzo di un uragano, le difficoltà sono tante, tantissime, ben evidenti, ben visibili, non si può certo far finta che non ci siano, ma come dicevamo all’inizio quando le cose sono così evidenti, quando i problemi sono così lampanti non puoi dire che non ci sono, e proprio per questo sei obbligato a prenderne atto e a darti da fare per farne fronte.
È vero qui siamo in una realtà differente, anche il prendere coscienza di queste evidenze ha tempi, non diciamo biblici, ma non certo rapidi, come dice padre Antonio, si fa fuoco con la legna che si ha, tradotto, si affrontano le situazioni con le persone e i ritmi che ci sono.
In tutto questo scorrere di notizie più o meno preoccupanti, proprio per guardare avanti con la voglia di continuare e che nulla si fermi, oltre al resto delle attività, stiamo organizzando l’arrivo dei ragazzi del Gruppone che faranno l’esperienza nel mese di agosto qui a Salinas e ad Amaguaña in Quito.
A luglio accoglieremo anche due ragazze che assieme al Centro Missionario e alla Pastorale Giovanile della diocesi di Treviso hanno preparato una esperienza di condivisione in Missione; sarà anche per noi una nuova esperienza che speriamo sia la prima di una lunga serie.
A giugno arriveranno a trovarci Don Gianfranco e Lucia, per conoscere dove viviamo e operiamo, e definire assieme gli ultimi aspetti dell’esperienza sopra descritta.
Anche per questa estate non ci mancherà il da fare, ma soprattutto non ci mancheranno gli amici che vengono a condividere un po’ di tempo con noi in questa parentesi di vita che stiamo vivendo.
Emanuele
Ci spiace ragazzi, le nostre lettere sono sempre un resoconto di cronaca di una situazione che giorno dopo giorno si aggroviglia sempre più, o forse questa è solamente la nostra chiave di lettura.
Qui si fatica a comprendere se la gente abbia preso coscienza della situazione, oppure viva con un certo distacco tutto quello che gli capita attorno.
A volte hai l’impressione che la gente sia abituata o sappia che qui le cose sono mutevoli, c’è un periodo di vacche grasse e prima o poi arriva il periodo delle vacche magre.
C’è stato un periodo in cui chi governava aveva un’attenzione particolare per gli ultimi, aveva a cuore lo sviluppo del Paese, non del suo conto in banca, e ha dato una svolta di modernità facendo molte opere, strade, scuole, ospedali… quando fai così tante cose in poco tempo, nulla di più normale che fai anche tante corbellerie! Dopo questo periodo più o meno positivo, dipende da chi ne fa l’analisi, se da chi ha le tasche gonfie di dollari e alla fine se ne trova tanti comunque ma qualcuno in memo, o da chi ha sempre avuto le tasche vuote e alla fine si trova qualche monetina da risparmiare per costruire un futuro differente, o dalla stragrande maggioranza che vive un po’ tutto con un certo fatalismo, oggi va così, domani va colà e va comunque sempre bene, accettiamo quel che arriva, il treno della vita lo conduce qualcun altro, io ci sono a bordo vado dove mi porta. Il fatalismo è un sentimento che percepisci spesso e volentieri molto nettamente tra la gente, soprattutto tra la gente delle comunità o tra le persone più anziane, atteggiamento di rassegnata passività agli eventi, per me abbastanza incomprensibile, ora l’attenzione di chi governa è ben lontana, guarda da un’altra parte rispetto ai bisogni degli ultimi.
Questo atteggiamento di rassegnazione bisognerebbe analizzarlo con la dovuta attenzione, è un atteggiamento che viene da lontano, viene dalla storia che hanno più subíto che vissuto, tanto viene sicuramente anche dalla loro indole, centinaia di anni li hanno plasmati cosi, altrettanti serviranno per cambiare.
Qualcuno esalta questa loro capacità di vivere la vita, sono soprattutto occidentali che guardano questo spettacolo fuori dalla mischia o di passaggio a volo radente o da posizioni di comodo facendo cadere qualche briciolina dai loro tavoli imbanditi a festa. Affermano: – vivono sereni, senza farsi coinvolgere dalle preoccupazioni della vita, sereni senza problemi. Invece noi costretti a vivere tutti gli stress di una vita frenetica, in continua lotta contro “il logorio della vita moderna” (citazione da una pubblicità, comprensibile solamente dai più datati), beati loro!!! – Personalmente a questi geni, dopo avergli assestato un amorevole quanto ben deciso calcio nel didietro, li inviterei a vivere un po’ di tempo in questo nuovo paradiso terrestre.
Qualche d’uno più filoso degli altri dice che non vale tanto la pena agitarsi, tanto un giorno moriremo tutti, niente di più vero, la morte è l’unica certezza che abbiamo nella vita, ma sino a quando non arriva quel giorno siamo vivi, sarebbe bene non dimenticarlo.
A me piacerebbe che quando arriva quel giorno la morte mi trovasse vivo, essere protagonisti della vita, vuol dire essere disposti a pagare anche qualche conto, subirla la vita, forse ci costa meno, ma vale la pena??? Una vita felice è una vita senza guai??? Vissero infelici perché costava meno!!! … no grazie non fa parte del mio modo di intendere la vita.
Per questo, giorno dopo giorno, nonostante le difficoltà, cerchiamo assieme a quelli che lo desiderano, a quelli che ancora sognano un futuro differente, futuro che scaturisce dalle loro mani, dal loro impegno dal loro darsi da fare, dal loro compromettersi con tutti i rischi che questo comporta, cerchiamo di sognare, cerchiamo di costruire qualche cosa di nuovo.
Ci sono giorni in cui sembra che qualche risultato si possa ottenere, giorni più bui in cui non si vede uno spiraglio di speranza. Ma non si demorde, non si può demordere, se si vuole che il futuro sia differente bisogna mettersi in cammino, magari lento, ma non ci si può permettere il lusso di stare seduti ad aspettare.
In questi giorni sono tanti i pensieri che mi affollano la testa, il cuore, diventa difficile anche condividerli, non riesco a comprendere quanto possano essere compresi e/o condivisi. Noi siamo immersi, assorbiti dalla realtà in cui viviamo ora, forse troppo, ma siamo fatti così.
Anna
E guardando avanti, con piacere, vi informo del prossimo cambiamento positivo che stiamo vivendo…. Nelle ultime settimane stiamo lavorando per riadeguare il secondo piano dell’acopio (negozio di prodotti locali) che sará adibito alla vendita di artigianato. Stiamo sistemando uno stanzino che fará da magazzino; stiamo rivestendo il soffitto; stiamo arredando il salone con mobili di seconda mano, riadattandoli. Per giugno si inizierá la vendita dell’artesanías in questo locale, che diverrá luogo d’incontro con le artigiane e, come obiettivo piú grande, sará opportunitá di lavoro per alcuna di loro. Sono proprio felice ed entusiasta di questo cambiamento e spero che con il tempo possa dar loro un po’ di autonomia finanziaria. Di tutto questo ringrazio persone fantastiche come Melina e Cecilia con le quali collaboro da un anno, e con cui si è creata una grande amicizia, un senso di fiducia e di rispetto reciproco; sentimenti che stanno dando i loro frutti.
Un abbraccio a tutti
Hasta pronto. Emanuele y Anna
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