Lettera Emanuele e Anna - Marzo

Salinas 19 marzo 2023

Un grandissimo abbraccio a tutti!
Ciao amici, più o meno puntualmente cerchiamo di rispettare questo nostro appuntamento mensile…
Sono sempre tante le cose che succedono in un mese, questo appuntamento è per noi l’occasione di fare un po’ di verifica, un po’ il punto della situazione su come e cosa stiamo vivendo, su come stanno proseguendo le varie attività in cui siamo coinvolti… Inoltre approfittiamo per raccontarvi le ultime che passano in Ecuador…
Iniziamo con quest’ultimo punto… Ultimamente per l’Ecuador è stato un periodo parecchio duro, per molti e differenti aspetti… veniamo a quello che per il nostro sentire sembra essere quello che lascerà gli strascichi maggiori e per più tempo…
Il 26 febbraio nella sua casa, nell’Amazonia Ecuadoriana, è stato ucciso uno dei leader indigeni più in vista in questo momento, Eduardo Menda Vargas, è stata una vera è propria esecuzione! Due sicari lo hanno crivellato con 12 colpi di pistola, fuggendo poi in motoscafo con un terzo complice nella miriade di corsi d’acqua che costituisco l’Amazonia. Da anni era uno dei leader che, assieme alla sua comunità (Kofán), si opponeva all’estrazione selvaggia di petrolio nell’Amazonia… selvaggia perché viene fatta senza alcuna forma di rispetto per l’ambiente, contaminando in maniera irrimediabile molte aree dell’Amazonia, selvaggia perché a chi vive in questi luoghi non rimane nulla di nulla, tranne il disastro ecologico, che rovina la loro unica fonte di sussistenza “La Pachamama” (la madre terra)… non che rimanga poi molto neanche all’Ecuador… qualcuno si riempie abbondantemente le tasche (qualche politico) e il resto di questa ricchezza se ne va con le grandi compagnie petrolifere… lasciando un paese dalle immense risorse naturali (L’Ecuador), nella miseria… Come vi raccontavamo le volte scorse il problema della denutrizione, specialmente infantile, sta diventando giorno dopo giorno sempre più pressante…
Altro dato che vi buttiamo lí, giusto per riflettere… delle 65 concezioni petrolifere dell’Ecuador 63 sono dentro alle riserve degli indigeni… prima vengono relegati, confinati in aree, come gli animali messi negli zoo… e poi, anche da questi “zoo” possono decidere di allontanarli per riprendersi le terre concesse loro… inutile quindi meravigliarsi se poi alla fine gli indigeni si incazzano…
Dopo questo assassinio da subito era stato programmato un “Paro” (blocco di protesta a livello nazionale), poi la data è stata continuamente posticipata… ora non si sa, forse non se ne farà nulla… sono stati istituiti tavoli di accordo… ma come già altre volte sottolineato, le varie organizzazioni indigene hanno grosse difficoltà a fare fronte comune, così è gioco facile per il governo, per le compagnie petrolifere, avere la meglio nei loro confronti.
La stessa situazione si sta ripetendo, magari con sfumature differenti ma con la medesima sostanza, in tutte le dispute per la “Mineria” (le miniere), anche qui gli abusi e i soprusi non si contano più… il livello degli scontri si fa ogni giorno sempre più duro… qualche settimana fa i proprietari di una delle concessioni minerarie ha incendiato un camion e un paio di fuoristrada di persone che stavano manifestando nelle vicinanze…
In questo caso la polizia, giusto per non sbagliare, si schiera dal lato dei potenti… meno rischi… più vantaggi… e così anche su questo fronte non c’è molto da stare allegri…
Il problema Mineria è una vera e propria bomba ad orologeria… e prima o poi scoppierà… da augurarsi che quando succederà non faccia tanti danni… forse non ve lo abbiamo mai detto… ma il territorio della Parroquia di Salinas, quindi Salinas e le sue comunità, per ben più delle sua metà circa il 60-70% è interessato, è soggetto a concessioni per la Mineria, nella maggior parte dei casi sono concessioni -scusate il gioco di parole- già concesse da parte dello stato… questo significa che quando vengono fatte manifestazioni, quando qualcuno protesta andando un po’ più in là del lecito, dalla parte del torto sono i dimostranti, gli indigeni che in qualche modo cercano di difendere i loro territori ancestrali.
È una situazione veramente penosa… sono evidenti tutti i soprusi le ingiustizie che questi popoli hanno subíto e continuano a subire, ma la legge, le leggi che sono state prodotte in questi ultimi anni, sono tutte contro di loro, della loro lotta per salvaguardare il “medioambinte” (il termine che qui si utilizza per definire ambiente-natura)… e non è solo il governo ecuadoregno, o i poteri forti ecuadoregni, che stanno dietro a questi soprusi, a queste ingiustizie… ci sono ben altri interessi molto più grandi della piccolezza che è l’Ecuador… un paese sovrano che solo marginalmente può esercitare la sovranità sui suoi territori…
E qui i vari fronti di discussione sono innumerevoli… tutti corretti… tutti sbagliati… ognuno porta avanti le sue teorie… senza tener in considerazione che nel passaggio dalle teorie alla pratica si gioca con la vita di milioni di persone… persone che hanno i loro diritti tanto quanto noi, che hanno le loro esigenze tanto quanto noi, anche se non coincidono con le nostre, anche se sono totalmente differenti alle nostre, anche se sono totalmente opposte alle nostre… magari anche loro hanno dei diritti… magari anche loro hanno il diritto di gestire la propria terra natía come meglio credono, perché è la loro… è loro per diritto di nascita… anche se le loro decisioni scombinano il nostro benestare i nostri asettici equilibri…
E il metro di valutazione non possono essere sempre e solo i soldi, la decisione non è buona e/o cattiva solo in funzione di quanti dollari ti entreranno in tasca… si dice che “il diavolo entri nella vita delle persone dalle tasche” forse è proprio vero… possiamo non credere al diavolo… ma il bene… ma anche i danni che i soldi fanno lo abbiamo sotto gli occhi tutti…
Ma qui ci addentriamo in discorsi complessi, dove ognuno ha il suo sentire, il suo modo di approcciare il problema… l’unica cosa importante a nostro avviso forse è non far finta che queste problematiche non esistano… non ci si può nascondere dietro il dito… e non è un problema di altri, che non ci coinvolge per nulla… poi ognuno prenderà le sue decisioni, quelle che la propria coscienza gli suggerisce… ma bisogna scegliere una posizione… non possiamo più restare a guardare…
Nel frattempo giusto per non farci mancare nulla abbiamo il “Ciclón Yaku” (un fenomeno atmosferico che ciclicamente, grazie allo scontro tra correnti fredde e correnti calde dell’oceano, dá origini a precipitazioni indescrivibili) che imperversa per mezzo Ecuador creando alluvioni, frane che si aggiungono ai già tanti problemi che il paese si tira dietro tutti i giorni…
Abbiamo già qualche comunità che periodicamente rimane isolata, per fortuna sono isolamenti che al massimo sono di una due giornate… in settimana siamo andati a Guayquil e abbiamo fatto parecchi chilometri dove sembrava di essere in vaporetto a Venezia e non in Jeep… avevamo l’acqua a metà portiera, ma solo perché la strada rispetto al piano del campo è sollevata di qualche metro… immaginate i campi, le varie coltivazioni le case come sono ridotte… ci vorranno giorni e giorni per ritornare ad un minimo di normalità… sempre che il “Ciclón Yaku” sia d’accordo… e non abbia voglia di fare qualche altra scorribanda per il paese… cosa non del tutto improbabile…
Questa volta vi abbiamo raccontato principalmente l’Ecuador piuttosto che Salinas…
Anche se in questo mese pure a Salinas ne sono successe parecchie… ma non vogliamo abusare della vostra pazienza… le riserviamo per il prossimo mese…

Emanuele e Anna
Questa volta abbiamo optato per un po’ di Ecuador nella sua interezza, non limitandoci ai confini di Salinas… anche perché come succede in tutto il mondo nessun luogo è completamente isolato dal resto che lo circonda, quello che accade nel paese bene o male influenza anche quel che succede in Salinas…
Forse una volta non era così, Salinas era quasi un’isola, Salinas e molte altre realtà, ora invece è tutto più connesso e i confini sono molto più fluidi…
Questa evoluzione dá origine a molti avvenimenti nuovi, che anche qui in Salinas fanno pensare… danno origine a molti punti interrogativi…
Ve ne condividiamo uno, capitato la settimana scorsa… è un vissuto che sempre più spesso ci si trova ad ascoltare…
Uno dei leader di una comunità qui vicina, con cui lavoriamo spesso e sinceramente anche molto bene, due domeniche fa era in festa perché la figlia si sposava… dopo una settimana l’abbiamo reincontrato e aveva l’umore qualche metro sotto la suola delle scarpe… cosa era successo???…
Ci ha quindi raccontato che un paio di giorni dopo il matrimonio ha trovato un biglietto da parte della figlia che lo avvisava che lei, con il marito e i due figli, erano partiti nel tentativo di raggiungere gli Stati Uniti!… percorso scelto attraverso la foresta di Panama … (per i curiosi… andatevi a informare… è il “mar Mediterraneo” dei migranti Sud-Nord del viaggio America Latina-sogno Americano… un cimitero di dimensioni apocalittiche) da cui, se riesci a passare, prima hai tutti i paesi del Centro America da attraversare, cosa relativamente semplice, poi hai il confine Messico-Usa altro ostacolo non di poco conto… si parte e chissà se si arriva… costo sui 10-20.000$ a testa… fate voi i conti
In questi ultimi tempi sono molte le persone che intraprendono questo “viaggio della speranza”… molti non arrivano… e di questi, moltissimi non ritornano più a casa e non perché si vergognano del fallimento, ma perché hanno perso la vita inseguendo questo sogno… e sono molti… a volte intere famiglie, sono sempre più le storie che si sentono raccontare anche qui…
Ahhh!!! ora è chiaro perché l’entusiasmo che solitamente pervadeva il nostro amico è finito sotto le suole delle scarpe… Personalmente queste situazioni ci fanno pensare, riflettere parecchio… Cosa stiamo facendo noi qui? che senso ha la nostra presenza??? Stiamo cercando, ci proviamo almeno, a far passare il messaggio che il futuro ce lo si costruisce giorno dopo giorno, con fatica… con molta fatica… mettendoci in gioco sino in fondo, senza sconti a nessuno… prima di tutto a noi stessi… non ci sono scorciatoie… solitamente le scorciatoie accorciano i tempi ma non migliorano i risultati, e forse i risultati per essere tali e duraturi hanno bisogno dei loro tempi… dei loro sacrifici…
Essere felici nella vita ha un costo, non è gratis… bisogna investirci tempo… sacrifici e non un giorno… tutta la vita… la felicità va costruita e va mantenuta…
Ultimamente, grazie anche alla maggiore libertà di movimento data dal post-Covid abbiamo la possibilità di frequentare maggiormente le comunità… e notiamo che le comunità più vive, più felici, sono quelle dove ci sono leader, dove ci sono giovani, adulti, anziani che si “compromettono”, che sognano un futuro tutti assieme… non ognuno per conto suo…
A noi sembra che questa sia la miglior strada percorribile, proviamo a pensarla… passo passo costruirla assieme a loro, a coloro che credono che l’Ecuador possa avere un futuro differente, migliore, ma è duro è difficile per un’infinità di motivi, per la storia che questa gente ha subíto, sí subíto, perché almeno da cinquecento anni non sono padroni della loro storia, qualcun’altro gliel’ha imposta, e noi facciamo parte di questa storia imposta, e trovarci nello stesso palco tentando di convincerli che questa volta si vuol mettere in scena un altro spettacolo non è così semplice… ci vuole tempo, costanza e coerenza… in tutti questi anni il Gruppone è stato tra le poche realtà coerenti in questo cammino -questo a detta loro, non ci stiamo autoincensando-, ma c’è ancora molto da camminare, fianco a fianco… essere qui senza data di scadenza ci permette una relazione differente con loro, ma a volte neanche questo è sufficiente…
Ma continuare a sognare che un mondo migliore più umano, sia possibile ci sembra ancora un gran bel sogno, un sogno da fare assieme a tutti voi amici del Gruppone, e a tutti quelli che vogliono aggiungersi a questa carovana…

Un abbraccio a tutti

Hasta pronto.
Emanuele y Anna

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