21.07.2023
Olá amig@s!
E’ ormai la terza volta che proviamo a scrivervi, ma abbiamo talmente tante cose che vorremmo condividere che il testo diventa sempre molto confuso e fatichiamo a trovare un tempo tranquillo per riorganizzare le idee e concluderlo. Speriamo questa sia la volta buona! Visto che raccontare tutto è impossibile, vorremmo concentrarci sui vari arrivi e partenze che stanno avvenendo in questo periodo così ricco di scambi Italia-Brasile e della bellezza che portano. Ormai più di un mese fa sono venuti a trovarci Sandro e Serena. Piccola premessa per i non grupponiani: Sandro e Serena sono una coppia che fa parte del gruppone da diverso tempo; circa 20 anni fa (dal 2004 al 2006, mi sembra) hanno vissuto un’esperienza missionaria proprio qui a Manaus coi loro primi due figli, Andrea e Matteo (Matteo aveva proprio l’età di Lia, mentre Andrea era un po’ più grande), e a inizio giugno di quest’anno sono tornati qui con Marta, la terza figlia ora dodicenne, per rincontrare gli amici di Manaus e rappresentare il Gruppone nei festeggiamenti per il 25esimo anniversario del movimento comunitario Vida e Esperança. Insieme a loro è venuta anche Cristina, una giovane che per due volte aveva fatto l’esperienza missionaria estiva di un mese proposta dal gruppone. Per noi questa visita è stata bellissima e molto importante. Sandro e Sere, nonostante fossero pieni di amici che li reclamavano e avessero un’agenda fittissima di progetti da visitare, persone da vedere, feste a cui partecipare, ci hanno dedicato un sacco di tempo. Hanno ascoltato i nostri racconti su questi primi mesi di assestamento, le nostre difficoltà, i dubbi e le fatiche che stavamo affrontando e, con tanta empatia e sensibilità, ci hanno portato la loro esperienza e i loro punti di vista, oltre ai vari contributi che si erano preoccupati di raccogliere, prima di partire, da tutto il gruppone. Ci hanno incontrati in un momento in cui avevamo tanto bisogno di fare un punto della situazione, di un confronto aperto, profondo, non giudicante con delle persone che fossero per noi dei punti di riferimento e che potessero aiutarci a fare una piccola verifica rispetto alla nostra presenza qui, comprendendo cosa stavamo passando, ma dandoci stimoli per crescere e migliorare. Loro ci hanno aiutati a guardarci dentro, a ritornare con la testa e con il cuore ai motivi che ci avevano spinti a partire per farci guidare da quelli, invece di farci distrarre da altre aspettative o pretese che ci eravamo creati. Anche il venticinquesimo anniversario dell’mcve ci ha offerto moltissimi stimoli per riflettere. I festeggiamenti, a livello organizzativo, sono stati un po’ un frullatore: mille eventi, proposte, incontri, riunioni, lavori, tanta correria, tantissimi cambi di programma… Tanta tanta fatica, ma anche tanta tanta bellezza, voglia di condividere storie, successi, sfide di questo lungo cammino che ha cambiato così tante vite e che continua a lavorare con la forza propulsiva di chi crede e si batte perché le persone e le famiglie possano scegliere la strada della gentilezza, della tenerezza, della legalità, della libertà e del servizio piuttosto che quella della violenza, del profitto, della criminalità e dell’oppressione. Nei vari discorsi pronunciati durante i festeggiamenti, spesso sono stati nominati il gruppone e i vari Italiani che dal 1998 sono passati di qua condividendo chi pochi mesi chi qualche anno della sua vita. Ci hanno profondamente colpiti la commozione e il trasporto con il quale si parlava di questa collaborazione Italia-Brasile e il fatto che l’accento non venisse mai posto sull’aiuto economico ricevuto, quanto sull’importanza che avesse questa relazione fedele, prolungata nel tempo tra persone diverse che, pur venendo dai capi opposti del mondo, camminavano uniti per costruire insieme un sogno comune! Loro piangono, quando parlano di noi, perchè ci sentono amici, si commuovono pensando che qualcuno che vive nell’agio dall’altra parte del mondo possa scegliere di lasciare le sue comodità per un periodo per conoscerli, incontrare il loro popolo, mettersi a disposizione con quello che è (più che con quello che ha) e per cercare, insieme a loro, un senso più profondo dell’esistenza nella condivisione, nella diversità, nella lotta per la giustizia. Anche chi viene qui si emoziona nel constatare quanta umanità stia ricevendo, quanta gratitudine si stia generando nel proprio e altrui cuore nonostante apparentemente non si stia ” facendo niente”. E’ difficile trasmettere quanta ricchezza ci sia in questo scambio a chi non l’ha ancora provata, ma è qualcosa che veramente cambia le vite. Adesso abbiamo qui altri giovani, venuti con la sete di conoscere, di vedere, di vivere l’incontro con i nostri fratelli e sorelle impoveriti. Lorenzo vivrà a casa nostra per tre mesi, portandoci un po’ di casa e di famiglia; Matteo è venuto a ritrovare una famiglia che tanti anni fa lo aveva tenuto in braccio, viziato di coccole, cresciuto e, a malincuore, lo aveva lasciato andare per tornare con mamma e papà a casa, in Italia; Giorgia ci sta portando tanta genuina allegria, grinta e semplicità. Tutti in ricerca di qualcosa, tutti aperti per ricevere il più possibile. Tra una settimana partiranno per l’Italia Nelma e Luziene: due donne meravigliose che da tanti anni lavorano nel movimento che, dicono, abbia stravolto le loro vite portando sguardi di consapevolezza, di voglia di liberarsi e riscattarsi dalle loro oppressioni. Vengono a incontrare il gruppone a cui guardano con tanto affetto, perchè ha contribuito al loro processo di liberazione; vengono cariche della loro storia, è il primo viaggio che affrontano fuori dalla loro terra. Sono elettrizzate, molto felici di questa opportunità, piene di voglia di conoscere i luoghi e le persone che i loro amici e amiche italiani chiamano “casa”, “famiglia”. Porteranno con loro l’MCVE che le ha inviate, porteranno i bambini e i progetti che amano. Vogliono mettere le mani in pasta, contribuire al lavoro del gruppone, darsi da fare e anche conoscere il mondo, che sanno essere immensamente più grande della loro realtà. Questa settimana abbiamo tutti quanti (la nostra famiglia, i vari educatori e educatrici, i ragazzi italiani) avuto la possibilità di partecipare al ritiro spirituale che l’mcve propone due volte all’anno e che è stata l’occasione perfetta per fare da una parte l’accoglienza dei ragazzi del mese, dall’altra l’invio delle educatrici che andranno in Italia. Sono stati due giorni intensissimi per tutti, di condivisione profonda, di crescita personale e di gruppo, anche di festa e divertimento. Alla luce di quello che vi stiamo raccontando, vogliamo dire al gruppone che a noi sta diventando sempre più chiaro che forse l’unica vera forza, l’unico vero senso che può e che deve continuare ad animare la vita del Gruppone Missionario sta proprio in questi incontri, in queste esperienze di condivisione che mettono in contatto parti del mondo che altrimenti rimarrebbero l’una all’altra estranee, permettendo di andare oltre i preconcetti che da una parte ci sono solo “ricchi con la puzza sotto il naso che non danno valore a quello che hanno” e dall’altra c’è solo “povera gente che può solo ricevere e che non può dare niente, perchè le manca tutto” (sappiamo che è una semplificazione estrema e un po’ esagerata, ma è per rendere l’idea delle convinzioni generalizzanti che a volte animano gli esseri umani, nessuno escluso). A questi bisogna dare la priorità, incentivarli, cercarli, facilitarli… perchè, nostra umile idea, pensiamo di aver capito siano anche più importanti delle somme di denaro che riusciamo ad inviare ai progetti. PER IL RESTO, brevemente: noi stiamo tutti bene, il pancione cresce molto e tutti gli esami testimoniano che la gravidanza stia procedendo senza alcun intoppo, grazie a Dio. Lia cresce velocemente, parla ancora poco (la doppia lingua pensiamo crei un po’ di confusione nella produzione linguistica), ma capisce tutto sia in italiano che in portoghese, e comunica tantissimo! Ha iniziato a partecipare a un progetto con altri bimbi della sua età, una volta a settimana, accompagnata da noi genitori. Per noi è importante avere un momento in cui stiamo insieme come famiglia, in mezzo ad altri bimbi e famiglie del posto. Gian ha ampliato le sue mansioni al movimento (ora, oltre che autista/elettricista/falegname/tuttofare si occupa anche degli acquisti degli alimenti e dei vari materiali), Marghe recentemente ha organizzato una formazione pedagogica per tutti gli educatori ed è felice di poter sfruttare un po’ la sua professionalità, anche perchè nel confronto che si genera tutti imparano qualcosa, soprattutto lei. L’andirivieni dall’Italia è solo cominciato: quando andranno via Matteo e Giorgia arriverà la famiglia di Marghe per “matar a saudades”. Staranno qui una ventina di giorni per stare un po’ insieme, ma anche per conoscere la realtà che ci ha accolto e per visitare anche i progetti. Lorenzo tornerà a casa a metà ottobre, il che dovrebbe voler dire che sarà qui quando il pupetto nascerà (e ci darà una grandissima mano con Lia, soprattutto quando Marghe sarà all’ospedale!). Più avanti, a dicembre e gennaio verrà a farci visita un nostro carissimo amico, anche lui di famiglia: Stefano vivrà con noi un paio di mesi per darci una mano con il bimbo e per fare un’esperienza di incontro che ha sempre voluto fare, ma ha sempre rimandato. Per un bel periodo, insomma, non saremo soli: i nostri due mondi si incontreranno, si intrecceranno, i legami si moltiplicheranno… Siamo felici. Coscienti che sarà un po’ un casino (anche perchè nel frattempo la nostra famiglia accoglierà un nuovo esserino e dovremo riorganizzare un po’ TUTTO), ma siamo felici. Tanti bacioni!!! Vi mandiamo qualche foto: l’invio di Nelma e Luziene; il ritiro; l’arrivo di Lollo con anche i ragazzi del mese; Lia col suo amichetto del cuore Zaire; Lia al progetto coi bebè in cui i bimbi si stanno preparando la merenda.
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